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SCENA PRIMA
La Signora Dorotea ed il Conte Alessandro
DOR. |
Conte, non so che dire; se favellare io v'odo, Sentomi violentata far tutto a vostro modo. Di perdonare ai servi mi avete insinuato; Senza aspettar le scuse, io loro ho perdonato. Col suocero e il consorte voi mi volete amica? Quello ch'è stato, è stato. Il ciel li benedica. Piace a voi di Camilla che seguano i sponsali? Seguano pure; io stessa farò i cerimoniali. |
CON. |
Questa bontà di cuore autentica ancor più La vostra impareggiabile dolcissima virtù; Non è merito mio sì docile talento, Ma frutto generoso di un bel temperamento. |
DOR. |
Eppure irragionevole il mondo mi suppone; Voi che mi conoscete, voi fatemi ragione. Ed io che qualche volta posso ancora ingannarmi, Protesto, in ogni tempo, a voi di riportarmi. |
CON. |
(Questo è quel che mi basta, ma ancor non ne son certo). (da sé) Voi avete, signora, un intelletto aperto. La veritade, il merito distinguere sapete; Veggo che per modestia dipendere volete. Ed io corrispondendo a un simile pensiero |
DOR. |
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CON. |
(S'ella di me si fida, abbasserà l'orgoglio). (da sé) Permettete, signora, che al suocero e al marito Mandisi immantinente un cordïale invito. Vengano assicurati, che voi per secondarli... |
DOR. |
No, Conte, andate voi piuttosto a ritrovarli. |
CON. |
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DOR. |
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CON. |
Ma voi, signora mia, credo che mi adulate. Mostrate di rimettervi, e poi mi contrastate? |
DOR. |
Di grazia, compatitemi per questa volta sola; Dipenderò in tutt'altro, vi do la mia parola. Anzi con quel ch'io medito nel mio pensier, vi giuro Che l'intenzione vostra di soddisfar procuro. |
CON. |
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DOR. |
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CON. |
Fatemi la finezza. |
DOR. |
No, Conte, dispensatemi. Per questa volta sola in libertà lasciatemi. |
CON. |
Bene: vuò soddisfarvi. Attenderò l'effetto Del vostro meditato recondito progetto. Vo a ritrovar gli amici, vo a consolarli tutti, Della bontade vostra vo ad esibire i frutti. Verranno qui fra poco Fabrizio e il di lui figlio; Tutti a voi con affetto rivolgeranno il ciglio. |
DOR. |
Vorrei avere il merito io sol con mia cognata D'averla a suo piacere servita e consolata. Farlo non si potrebbe senz'altra dipendenza? |
CON. |
Devesi in questo caso serbar la convenienza. L'han da sapere i padri, si han da trovar presenti; Dee chiudersi il contratto fra amici e fra parenti. E poi non vi è bisogno che a voi si suggerisca: Donna non evvi al mondo, che più di voi capisca. |