Me degli afflitti cuori consolatrice appella?
E aggiungevi cortese il titolo di bella?
Caro conte Alessandro, sarò, per quanto lice
A femmina onorata, la tua consolatrice.
Fra quanti in questo mondo uomini ho praticato,
Un cavalier più saggio di lui
non ho trovato.
Anzi nell'avvenire, per meglio assicurarmi,
In ogni congiuntura con lui vuò
consigliarmi.
Questa volta per altro, il Conte mi perdoni,
Se a modo suo non faccio, ho anche io le mie ragioni.
E sono sicurissima che quando ei lo saprà
Il nobile disegno anch'egli approverà.
Se si fan queste nozze de'
genitori in vista,
La mia condescendenza qual
merito si acquista?
Se in mezzo a tanta gente consento alla scrittura,
Sembrami dover fare pochissima
figura;
E se per mia cagione l'affar
si è differito,
Da me per mio decoro dev'essere
compito.
Chi è di là?
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