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COR. Signora, è venuto il signor Florindo per riverirla,
BEAT. Vengo. Oh, questa non me la fate certo. (si leva il cappello, e lo dà a Corallina)
BEAT. Io l’ho fatta, io l’ho da custodire. (dà la bauta a Corallina)
PANT. (Sì, una bona custodia!) (da sé)
BEAT. Il signor tutore se ne prende più di quello che gli conviene. (si leva il tabarro, e lo dà a Corallina, cava uno specchio e s’accomoda il toppè)
PANT. (Vardè la fantolina!)10 (da sé)
BEAT. Rosaura, andiamo. (Rosaura s’alza, e lascia il lavoro)
PANT. Tolè, vien zente, e subito alla putta: andiamo.
BEAT. Quando ci sono io, ci può essere ancora ella.
PANT. Se la me permette, gh’ho da dir do parole, e po la lasso vegnir. (a Beatrice)
BEAT. Via, parlate, spicciatela.
PANT. Ben, ghe parlerò anca in so presenza. La diga, cara siora Rosaura...
COR. Signora, il signor Florindo aspetta. (a Beatrice)
BEAT. Rosaura, prendetevi la vostra seccatura, e poi venite. (parte)