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SCENA PRIMA
ROS. Signora madre, che cosa avete che siete malinconica? A tavola non avete mangiato niente.
BEAT. Lasciatemi stare. Ho qualche cosa per il capo.
BEAT. (Ha detto di ritornare Florindo). (da sé)
BEAT. Eh, frascherie! (Se avrà premura, tornerà). (da sé)
ROS. S’io vado in ritiro, verrete spesso a trovarmi?
BEAT. Senti, ti lascio andare, perché ho qualche cos’altro da pensare; del resto il signor Pantalone non mi leverebbe la mia figliuola.
ROS. Se non volete ch’io vada, resterò.
BEAT. No, va pure, ma assicurati che poco ci starai.
ROS. Perché poco?
BEAT. Se prendo marito, ti voglio con me, caschi il mondo.
ROS. Oh mamma mia! Volete maritarvi?
ROS. Fate presto, fate presto. Oh che gusto! Averò il mio papà.
BEAT. E poi subito mariterò ancora te.
ROS. Anche me?
BEAT. Sì. Avrai piacere di essere sposa?
BEAT. E voglio io maritarti. Il signor tutore vada a comandare al suo figliuolo. Quattordicimila ducati di dote non s’hanno a gettar via malamente.
BEAT. Che cosa vuoi?
ROS. Mi darete il signor Florindo?
BEAT. Che Florindo? Che parli tu di Florindo? Egli non è per te. Florindo è giovine serio, sostenuto; non vuole una fraschetta; vuole una donna posata, una donna di garbo. Guardate che pretensioni!
BEAT. Il signor Florindo? Fa ch’io non ti senta più nominarlo.
ROS. Non dubitate, non lo nomino più.
BEAT. Guardate la graziosa! Tutti quelli che vede, li vorrebbe per sé.
ROS. Tutti no, quello solo...