Carlo Goldoni
Il tutore

ATTO SECONDO

SCENA DODICESIMA

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SCENA DODICESIMA

 

Tiritofolo e detti.

 

TIR. Signor Pantalone, li ho ritrovati.

PANT. Oe, el li ha trovai. (ad Ottavio) Dove? (a Tiritofolo)

TIR. A Castello.

PANT. Oe, a Castello i xe. (ad Ottavio)

OTT. Ih! In capo al mondo.

PANT. In gondola, femo presto.

OTT. Ho paura dell’aria. Ditemi, è scirocco?

PANT. Contème, come i aveu trovai? (a Tiritofolo)

TIR. Ho preso una gondola, son andato a sorte cercandoli, e li ho veduti smontare.

PANT. In casa de chi xeli?

TIR. Sono...

PANT. Andemo, andemo, che me conterè per strada. Presto, sior Ottavio, andemo.

OTT. Oh! Stavo tanto bene! Aiutatemi.

PANT. Via, tolè; andemo subito. Più che se tarda, più cresce el pericolo.

OTT. Son qui.

PANT. Mo via con quella vostra maledetta flemma.

OTT. Mi cadono li calzoni.

PANT. Eh, andeve a far ziradonar, sier omo de stucco. So dove che i xe. I troverò mi. Andemo, compare Tiritofolo, andemo. (via con Tiritofolo)

OTT. (Torna a sedere) Che uomo furioso è quel Pantalone! Sa dove sono, li ha trovati, poco più, poco meno, non vi era tanta fretta. Ehi! Chi è ?

 

 

 


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