Carlo Goldoni
Il tutore

ATTO TERZO

SCENA DICIASSETTESIMA

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SCENA DICIASSETTESIMA

 

Lelio e detti.

 

LEL. Signor Florindo...

PANT. Ah infame! Ah scellerato! Qua ti xe?

LEL. Ascoltatemi, signor padre, ascoltatemi, signor Florindo: io non son reo che di un semplice tentativo. La signora Rosaura è innocente; e per prova della verità, e per risarcimento di qualunque menoma macchia possa io avere inferita al decoro di questa onesta fanciulla, son pronto a dar la mano di sposo alla signora Beatrice.

PANT. (Oh che galiotto!) (da sé)

FLOR. Non niego, che ciò non potesse contribuire alla riputazione della figliuola.

PANT. (In t’un caso simile bisogna rischiar tutto). (da sé) Cossa dise siora Beatrice?

BEAT. Ah! Voi mi vorreste far fare un gran sagrifizio...

PANT. Chi è de ?

 

 

 


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