Carlo Goldoni
La vedova spiritosa

A SUA ECCELLENZA LA SIGNORA DONNA GIACINTA ORSINI BONCOMPAGNI LUDOVISI DUCHESSA D'ARCE

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A SUA ECCELLENZA LA SIGNORA DONNA

GIACINTA ORSINI

BONCOMPAGNI LUDOVISI

DUCHESSA D'ARCE

 

 

 

Se è vero (come pur troppo ho anch'io qualche volta sperimentato), che dopo una grande allegrezza, qualche sensibile dispiacere ordinariamente succeda, qual sarà il mio destino per l'avvenire, dopo quell'estrema consolazione che mi ha recato vedermi in Romadolcemente accolto, e con tanto favorevole prevenzione felicitato? Sono parecchi anni che in questa illustre eccelsa Metropoli dell'Universo vengono le mie Commedie rappresentate, e sono state sempre, per mia fortuna, benignamente sofferte. Ora vi sono io in persona a dirigerle nel gran Teatro di Tordinona; e so che la mia venuta ha impresso nell'animo di qualcheduno, che l'esito delle Comiche mie rappresentazioni in quest'anno abbia a sorpassar di gran lunga il fortunato incontro delle passate. Questa buona opinione che mostrasi aver di me, mi pone nella maggiore angustia del mondo. So quanto siano pericolose queste magnifiche prevenzioni; so pur troppo, che poche volte ritrova il Pubblico l'esito alla espettazione corrispondente, onde ho questa bella obbligazione a me stesso, di esser venuto da me medesimo a pregiudicarmi. Nel dedicare adunque all'E. V. questa Commedia mia, che prima delle altre in quest'anno, sotto la mia direzione, in questa gran Città si produce, intendo non solamente all'altissima protezione di Lei raccomandarla, onde si disponga l'animo suo generoso a soffrirla, ma l'amore paterno inverso di questa povera mia figliuola mi sprona interessare il credito di una Principessagrande, sì dotta, ed in sì alto modo dal Pubblico rispettata, onde se la sorte non avrà di piacere, non abbia almeno la fatale disavventura di essere calpestata. La benignità clementissima con cui l' E. V. si è degnata di accogliermi nei primi giorni del mio arrivo in Roma, la parzialità generosa ond'ella favorisce le opere mie stampate, mi fa altresì coraggioso nel supplicarla umilmente a voler prediliger questa, onorata col di Lei nome in fronte; potendo io costantemente asserire che fra tante altre mie difettose, parmi la meno indegna di una sì venerabile Prottetrice. Non creda già l'E. V. che io per passione soltanto nell'animo mio alle altre sorelle la preferisca, ma solito essendo a giudicar i miei parti coll'opinione più universale del Pubblico, ho principiato ad amarla, dopo che dall'esito fortunato mi parve sufficientemente arricchita. Con questo sì buon augurio ho trasportato io la mia Vedova Spiritosa su queste Scene; ma chi sa se avrà ella in Roma la medesima sorte? So bene che in qualunque evento sarà sempre invidiabile la sua fortuna, uscendo alla luce sotto i gloriosi auspicii dell'E. V. il di cui Nome è sì noto al Mondo, che non vi ha bisogno di elogi per magnificar la grandezza di un sì alto fregio. Basta dir che Voi siete Principessa Romana, Figlia di quell'Orsini, Pronipote della Santa Memoria di Benedetto XIII, di quel Domenico Orsini, che (sciolto da morte il nodo matrimoniale) veste la Sagra Porpora, e fa risplendere in alto grado le virtù eccelse, le virtù luminose. Passaste a felicitar colle Vostre Nozze l'Eccellentiss. Principe D. Antonio Boncompagni Ludovisi, Duca d'Arce, Figlio degnissimo di D. Gaetano, Principe di Piombino, Pronipote di due Gregorj XIII e XV; e bastano Nomi tali per una voluminosa Istoria. Ma chi volesse parlar di Voi, senza entrar punto a disaminare le glorie innumerabili dell'antichissimo Sangue Vostro e dell'eccelso lignaggio dell'Amabilissimo Vostro Sposo, sono tali e tanti i pregi della Vostra Persona, che basterebbono questi soli a farvi grande, quando anche tale non foste nata. La Natura istessa vi ha reso giustizia coll'avvenenza del volto e colla chiarezza dell'intelletto, e Voi contribuistebene ai doni della fortuna, che se di più vi restasse a desiderare, di più ancora meritereste. Quale obbligazione non vi hanno le Lettere e le Muse del nostro Secolo, se Voi nel più bel fiore degli anni a così alto segno le rendete cogli esercizi Vostri onorate? Ah, se in Voi la modestia non fosse l'arbitra delle Vostre Virtù, quante vezzose rime non uscirebbero dalla Vostra penna, a onor di Roma, a gloria d'Italia, ed a conforto del Vostro sesso, che dalla maggior parte degli uomini non si vorrebbe ai migliori studi impiegato? Ma Voi, che oltre le scienze felicemente acquistate, avete il dono della buona Filosofia, volete compiacer Voi medesima coi migliori studi, senza rendere altrui né mortificazione, né invidia. Chi sa discernere nella Vostra moderazione le Vostre esimie Virtù, tanto maggiormente vi loda, e vi ammira, e vi rispetta, e vi ama, ed io nei pochi giorni che trovami in mezzo alle magnificenze Romane ho tanto inteso parlar di Voi, che preferisco a ogni altro diletto l'onore che mi fu concesso, di conoscere una Principessa adorabile, e di acquistarmi una Protettrice magnanima e virtuosa. Sia frutto adunque della Vostra umanissima protezione, l'accogliere sotto dei Vostri auspicii questo miserabile parto del mio scarso talento, e quando non venissero tollerati in Roma quei difetti che altrove furono alla Commedia mia perdonati, fatela rispettare coll'autorevole Vostro Nome, e siano risparmiati gli insulti ad uno che per liberalissima grazia Vostra ha il grande onore di essere

 

Di Vostra Eccellenza

 

Umiliss. Devotiss. Ossequios. Servitore

Carlo Goldoni

 


 

 

 

 


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