Carlo Goldoni
La vedova spiritosa

ATTO PRIMO

SCENA SETTIMA   Don Berto, poi donna Placida

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SCENA SETTIMA

 

Don Berto, poi donna Placida.

 

BER.

In casa il precipizio adunque era venuto?

Caro il mio don Anselmo! il ciel mi ha provveduto.

Io credo facilmente, e vedo che son stato

Da questa mia nipote sedotto ed acciecato.

Ma il mio fedele amico, sincero per costume

Nel buio dell'inganno mi porge un chiaro lume

PLA.

(Parte quell'impostore, e appena mi saluta.

Inutilmente io spero non essere venuta). (da sé)

BER.

(Eccola; chi direbbe sotto quell'umil ciglio

Tanta malizia fossevi, e tanto rio consiglio?) (da sé)

PLA.

Serva, signore zio.

BER.

Nipote, vi saluto.

Vi dirò in due parole di voi che ho risoluto.

PLA.

Sì, signor, comandate, solo obbedirvi aspiro.

BER.

Vo', finché siete vedova, che andiate in un ritiro.

PLA.

(Capisco donde viene cotal risoluzione:

Il fingere opportuno deluda la finzione). (da sé)

BER.

(Mi par che non le comodi). (da sé)

PLA.

In verità, signore,

Dar non mi potevate consolazion maggiore.

Moglie fui per mio danno, il mondo ho già provato,

E vivere destino nel libero mio stato.

Ma son tanti i perigli, tante le insidie sono,

Che ora l'offerta vostra accetto per un dono.

Che sono i falsi beni di questa terra ingrata?

Ogni più dolce brama dal tosco è amareggiata.

Speranza ingannatrice ogni piacer distrugge,

E solo il tristo mondo può vincere chi fugge.

Spero nel mio ritiro un vivere beato.

Mi si aprano le porte.

BER.

(Son rimasto incantato). (da sé)

PLA.

Signor, padre amoroso non siete di me sola,

Ma di Luigia ancora, d'amore a voi figliuola.

Fate ch'ella non meno, fuggendo ogni deliro,

Venga meco a godere la pace del ritiro.

BER.

Fanciulla... giovinetta... direi, a parer mio,

Fosse meglio educata in casa dello zio.

PLA.

Oh, in questo perdonate. Ho pratica del mondo.

Il bene, il mal conosco, e franca vi rispondo,

Che un uom che ha sue faccende, di ciò sa poco o nulla,

E che maggior custodia esige una fanciulla.

BER.

È ver, ma in luogo mio, a custodirla viene

Un certo don Anselmo, ch'è uom saggio e dabbene.

PLA.

Ah, m'inspirasse il cielo tal forza e tal consiglio,

Da farvi rilevare l'inganno ed il periglio.

Se un uom con donna a conversar si metta,

Chi è quel che prosontuoso resister si prometta?

Sia don Anselmo un vecchio, anche nei vecchi il foco

Ad onta delle nevi si accende a poco a poco.

Sia virtuoso e forte; abbiam più d'un esempio,

Che il saggio in occasione è divenuto un empio.

Tutti siam d'una pasta misera, inferma e frale,

Tutti ad errar soggetti.

BER.

(Affé, non dice male). (da sé)

PLA.

Avrete cuor, signore, di espor la paglia al foco?

BER.

Ci ho quasi un po' di dubbio... ci penseremo un poco.

 

 

 


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