Carlo Goldoni
La vedova spiritosa

ATTO SECONDO

SCENA QUINTA   Don Berto  e detti

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SCENA QUINTA

 

Don Berto  e detti.

 

BER.

Ma signora nipote, che è questa novità?

Sempre si han da vedere da voi nuove persone?

In casa mia, vi avverto, non vo conversazione.

Vi è una fanciulla, e poi... e poi non istà bene...

E poi son io padrone.

PLA.

(Capisco donde viene). (da sé)

Signor, quel che poc'anzi a visitarmi è stato,

Fu, se non lo sapete, don Fausto, il mio avvocato.

BER.

Fu l'avvocato dunque?

PLA.

Certo; e non può venire

Don Fausto alla cliente gli eventi a riferire?

BER.

Bene. Di lui non parlo, ma parlovi di questo.

Chi è quel che ora è venuto?

PLA.

È un cavaliere onesto.

Era di mio consorte amico sviscerato;

Mi ha sempre, fin ch'ei visse, in casa praticato.

Or che tornata io sono in casa dello zio,

Trattar non mi è permesso con gente da par mio?

Andrò, non dubitate, fra poco a ritirarmi,

Ma intanto che ho da dire a chi vuol visitarmi?

Lo zio non lo permette? Lo zio severo e strano

Vuol vivere in sua casa da stoico, da villano?

Siete pur nato bene; vostro fratel maggiore

Fu pur dei cavalieri lo specchio e lo splendore.

Si ha da dir che lo fate per secondar gli amici?

Cosa diran le lingue di voi mormoratrici?

Per me, poco ci penso; voi comandar dovete.

Licenzio il cavaliere?

BER.

Fate quel che volete. (dopo aver pensato un poco, e parte)

PLA.

(Ei cede facilmente a tutte le ragioni). (da sé)

Venga don Sigismondo. Ditegli che perdoni. (A Paluccio che parte)

 

 

 


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