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SCENA PRIMA
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Nessuno indovinarlo potria meglio di voi. |
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Già so che Paoluccio, senza pensarvi su, Vi ha detto qualche cosa passata a tu per tu. Cento zecchini infatti!... e quel che me li dà Senza malizia alcuna, lo fa per carità. Anzi, né io conosco quel che li mette fuora, Né sa il benefattore qual sia la sposa ancora. Vi è una persona in mezzo, persona di proposito, Che ha in mano i cento ruspi tenuti per deposito; Ma il galantuom nemmeno vuol esser nominato, Ed io di non parlare promisi, ed ho giurato. Ora io sono a pregarvi per noi dirlo al padrone, Perché senza contrasti ci dia la permissione. |
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Sai che don Berto è facile, che accorda ogni richiesta; Non ti saprà negare cosa sì giusta e onesta. Io mi rallegro teco della buona fortuna: È assai trovar la dote senza fatica alcuna. Bada ben, Clementina, come e con chi t'impicci; Bada, pria d'impegnarti, che non vi sian pasticci. Che poi quell'uom dabbene che ti ha beneficata, Non intendesse un giorno d'averti comperata. |
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Ne avrei tutto il contento, Ma favellar non posso, il vieta il giuramento. |
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Lo farò volentieri. |
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Deggio andare a trovarla, per farle un'imbasciata. |
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Oh pensate, signora! non ho tal sentimento. Per parte di donn'Anna, figlia di don Fabrizio... Deggio, pria ch'io mi scordi, pregarla di un servizio. Parlar di certi affari... (Affé, l'ho fatta grossa. Diavolo maladetto! mi ha fatto venir rossa). (da sé, e parte) |