Carlo Goldoni
La vedova spiritosa

ATTO QUARTO

SCENA NONA   Donna Placida e don Ferramondo

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SCENA NONA

 

Donna Placida e don Ferramondo.

 

FER.

Che ha don Sigismondo, che l'agita a tal segno?

PLA.

Nel di lui sen combatte l'amore collo sdegno.

Par che donna Luigia di conseguire ei brami.

Non so se per impegno, o di buon cuor se l'ami.

Appena l'ha veduta, la cerca, la pretende,

Freme perché un indegno rival gliela contende.

FER.

Che dice la fanciulla?

PLA.

Vuol far la vergognosa,

Ma nulla più desidera che di essere la sposa

FER.

Siete in ciò favorevole, o pur contraria ad essa?

PLA.

Anzi procuro al nodo sollecitarla io stessa.

FER.

Dunque sembra a voi pure codesto il miglior stato.

PLA.

Certo, lo sposo è un bene per chi non l'ha provato.

FER.

Per voi che lo provaste, dunque lo sposo è un male?

PLA.

So che la libertade ad ogni ben prevale.

FER.

Spiacemi che tal massima fitta vi abbiate in core,

Che siate divenuta nemica dell'amore.

Vi amo, già lo sapete. Sperai costante e fido

Fra i riposi di Marte le grazie di Cupido.

Servirvi eternamente saprò in libero stato.

PLA.

Star libera in eterno, signor, non ho giurato.

FER.

Dunque sperar si puote che amor vi accenda il petto?

PLA.

Chi sa ch'io non mi accenda d'amore a mio dispetto?

FER.

Quand'è così, il mio cuore ripiglia i dritti suoi.

PLA.

Quale ragion ch'io debbami accendere di voi?

FER.

Sono d'amore indegno?

PLA.

Degnissimo voi siete;

Amor, stima e rispetto voi meritar potete:

Ma delle donne il cuore sapete come è fatto:

Talor senza pensarvi si accendono ad un tratto.

Io sceglierei voi solo, se avessi a consigliarmi,

Ma temo di me stessa, se giungo a innamorarmi.

FER.

Io non sarei capace?

PLA.

Chi sa? può darsi ancora.

FER.

Per me vi punge il core?

PLA.

No, non mi par, per ora.

FER.

Quando vi son lontano, smania provate in seno?

PLA.

Quando lontan mi siete, per verità non peno.

FER.

Allor che in campo armato a militare andai,

Piangeste il mio periglio?

PLA.

Oh, io non piansi mai.

FER.

Finor voi non mi amaste.

PLA.

Può darsi anche di no.

FER.

E in avvenir, signora?

PLA.

Io l'avvenir nol so.

.

Come poss'io l'amore sperar di meritarmi?

PLA.

Può guadagnarmi il cuore chi giugne a innamorarmi.

Bramo di restar vedova, la libertade io stimo.

Ma se legar mi deggio, chi m'innamora è il primo.

FER.

Che far per invaghirvi, dite, che far dovrei?

PLA.

Dirvelo a me non tocca.

FER.

Tutti gli affetti miei,

Tutto il mio cor non basta, che vi consacri in dono?

PLA.

Tanto bastar dovrebbe, ma accesa ancor non sono.

FER.

Esser ognor vi piace servita e vagheggiata?

PLA.

Ciò ancor mi annoierebbe, se fossi innamorata.

FER.

Amate divertirvi? Feste teatri e gioco?

PLA.

L'offerta è generosa, ma tutto questo è poco.

FER.

Deggio dolente in viso piangere a voi dinanti?

PLA.

No, l'allegria mi piace, ed abborrisco i pianti.

FER.

Posso offerirvi il sangue.

PLA.

Che farne io non saprei.

FER.

Chi mai può innamorarvi?

PLA.

Chi piace agli occhi miei.

FER.

Quello io non son per altro.

PLA.

No, non lo siete ancora.

Una sorte, un incontro, un attimo innamora.

FER.

Attenderò quell'ora per me più fortunata.

PLA.

Ma se alcun altro è il primo, non mi chiamate ingrata.

Vivere dolcemente in libertade inclino:

Se cedo a nuove fiamme, sarà per mio destino.

Ed il destin che accende fiamme d'amore in petto,

A suo voler dispone del foco e dell'oggetto.

Fate gli sforzi vostri, la piazza è ancor difesa:

Ha degli assalti, è vero, ma non è vinta e resa.

Un capitan sa bene che, ad onta del valore,

La piazza non resiste al forte assalitore;

basta che il nemico sia poderoso, armato:

Delle battaglie il nume è spesse volte il fato.

FER.

Vincere il fato ancora saprò colla mia spada.

PLA.

Per un affar vi prego permettere ch'io vada.

FER.

Mi licenziate, ingrata?

PLA.

Io vi rispetto e stimo.

FER.

Posso sperar quel core?

PLA.

Chi m'innamora è il primo. (parte)

FER.

Non anderò per ora lontan da queste porte.

Sì, per essere il primo, tentar vo' la mia sorte.

Per vincere la piazza, se l'assediarla è vano,

Tenterà per assalto d'averla un capitano. (parte)


 

 

 


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