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ATTO QUINTO
SCENA SESTA Don Berto, don Sigismondo, don Ferramondo, don Anselmo, don Isidoro e i suddetti
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Don Berto, don Sigismondo, don Ferramondo, don Anselmo, don Isidoro e i suddetti.
BER. |
Voi ci avete piantati per non tornar mai più. (a don Fausto) |
FAU. |
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BER. |
E ben, che cosa fu? |
FAU. |
Ella a voi si rimette. |
ANS. |
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FER. |
Dica liberamente la figlia il suo pensiero. |
FAU. |
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BER. |
È vero. Dite l'opinion vostra. Il punto lo sapete. (a donna Placida) |
PLA. |
So tutto, signor zio. Dirò, se il permettete. |
BER. |
Vengano tutti quanti. |
PLA. |
Sempre fra due rivali vi è quel che merta più; Abbia la sposa in dono colui che ha più virtù. Far non pretendo un torto: sono di tutti amica. Chi ha più virtù e più merito, vo' che la prova il dica. So che don Sigismondo è un cavalier perfetto, Degnissimo, malgrado a un picciolo difetto. Soggetto è alle astrazioni, ma questa è poca cosa, È il cuor che fortunata può rendere una sposa. Don Anselmo per altro a gloria sua conviene Dir che nessun l'eguaglia nell'essere dabbene, Nella virtù esemplare che gli uomini governa, E nell'usare a tutti la carità fraterna. Eccovi un chiaro esempio dell'opere sue belle; Impiega ogni suo studio a maritar donzelle. |
BER. |
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PLA. |
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ANS. |
Per me non dico nulla. |
PLA. |