Carlo Goldoni
L'amante militare

ATTO TERZO

SCENA DODICESIMA

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SCENA DODICESIMA

 

Camera in casa di Pantalone, con sedie, tavolino e due pistole.

 

Don Garzia solo.

 

GAR. Non son contento, se non distendo al suolo quel temerario di don Alonso; o egli, o io, abbiamo in questo da morire. Non posso più vedermelo dinanzi agli occhi. Quando sono alla compagnia, e lo vedo, mi si rimescola il sangue. Darmi una spinta? A me quest’insulto? Ah! giuro al cielo, sarei troppo vile, se trascurassi di vendicarmi. Eccolo, giunge opportuno.

 

 

 


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