Carlo Goldoni
La ritornata di Londra

ATTO PRIMO

SCENA UNDICESIMA   Madama, indi il Marchese

Precedente

Successivo

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

SCENA UNDICESIMA

 

Madama, indi il Marchese

 

MAD.

Certo gli voglio bene;

Lo sposerei s'ei fosse più corrente,

Ma colla gelosia non farà niente.

Il cavalier sen viene.

Sostenermi vogl'io, seder conviene. (siede)

MAR.

Servitore di lei.

MAD.

Serva, Marchese. (s'alza un poco)

MAR.

Permette? (le chiede la mano)

MAD.

Anzi. (gli la mano da baciare)

MAR.

Sta bene?

MAD.

Poco.

MAR.

È stanca dal viaggio?

MAD.

Anzi.

MAR.

Come le aggrada

L'alloggio che ha trovato?

MAD.

Poco.

MAR.

È incomodo?

MAD.

Anzi.

MAR.

Si potrà migliorar.

MAD.

Certo.

MAR.

Se il brama,

Un alloggio migliore avrà Madama.

MAD.

Anzi.

MAR.

Ma non intendo

Questo tronco parlar; non so se voglia

Dirmi di no o di sì.

MAD.

Ho appreso in Londra a ragionar così.

MAR.

Dunque vuol che si cerchi?

MAD.

Si vedrà.

MAR.

Si vedrà di cercar?

MAD.

Di restar qua.

MAR.

Se contenta è Madama,

Sono contento anch'io. (Vorrei sedere). (guarda intorno)

MAD.

Ehi. Si porti una sedia al cavaliere. (ad un Servitore)

MAR.

Obbligato, Madama.

MAD.

Anzi.

MAR.

Vorrei

Che la sorte m'offrisse

La fortuna, l'onor dei cenni vostri.

MAD.

Tabacco.

MAR.

Sì, Madama,

Eccolo immantinente.

Spagna vero. Vi piace?

MAD.

Non val niente.

MAR.

E pure è del migliore.

MAD.

Tenete. (gli del suo)

MAR.

È perfettissimo.

MAD.

Anzi.

MAR.

Questo tabacco,

Questa Siviglia vera,

Merita una più ricca tabacchiera.

MAD.

Io ne ho sedici d'oro e sei gemmate.

MAR.

Quand'è così, non parlo.

MAD.

Che volevate dir?

MAR.

Volea il coraggio

Prendermi d'offerire

Questa scatola mia, ma non ardisco.

MAD.

E d'oro?

MAR.

Anzi.

MAD.

Gradisco

Nel picciolo favore

Non il dono leggier, ma il donatore.

MAR.

Dirò, non è gemmata,

Ma nel genere suo so ch'è stimata.

MAD.

Ehi: vieni qui.

Recala a mio fratello, (al Servitore)

Che se ne serva per portar per viaggio.

MAR.

Non l'aggradite?

MAD.

Anzi.

MAR.

Mi par di no. (s'alza)

MAD.

L'aggradimento mio vi mostrerò. (s'alza)

MAR.

So che son ragazzate

Per una che ha le scatole gemmate.

MAD.

(Perderlo non vorrei, ch'è generoso). (da sé)

MAR.

Se fui ardimentoso,

Vi domando perdono. (sostenuto)

MAD.

No, tenuta vi sono.

L'accetto per favore,

Ed in voi riconosco un protettore.

MAR.

(Trovato ha le parole). (da sé)

MAD.

(Secondo il vento navigar si suole). (da sé)

MAR.

Se l'onor di servirvi io deggio avere,

Madama, il mio piacere

Suol esser l'allegria,

E all'inglese non vuò malinconia.

MAD.

Veramente avvezzata

Sono alla serietà, ma per piacervi,

Caro signor Marchese,

Italiana sarò, non sarò inglese.

 

Cogli amanti in Inghilterra

Si sostien la gravità.

Ma fra noi, all'italiana,

So ancor io come si fa.

Vien in Londra un milordino,

Fa un risetto, fa un inchino,

Un regalo, e se ne va.

L'Italiano vuol parlare,

Vuol cantare, vuol ballare,

Vuol goder la società.

So far l'amore con serietà.

So far la pazza se occorrerà. (parte)

 

 

 


Precedente

Successivo

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA1) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2009. Content in this page is licensed under a Creative Commons License