Carlo Goldoni
La ritornata di Londra

ATTO SECONDO

SCENA SEDICESIMA   Giacinta e detti, poi Carpofero contrafatto in figura di Musico

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SCENA SEDICESIMA

 

Giacinta e detti, poi Carpofero contrafatto in figura di Musico.

 

GIAC.

Signora, un virtuoso

Che vi vuol riverir. (a Madama)

MAD.

Non voglio musici;

Non ne ho voluto mai.

GIAC.

Ha dei denari assai;

E credo ch'egli venga a queste porte

Per volervi accordar per una Corte.

MAD.

Venga dunque; sentiamo.

GIAC.

Favorisca. (verso la scena)

MAD.

Puol esser che costui ci divertisca.

CARP.

Servo di lor signori.

Addio, ragazza mia. (a Madama)

MAD.

Serva divota di vossignoria. (scherzando)

CARP.

Sempre gente novella.

MAD.

Signor, come s'appella?

CARP.

Mi chiamo Simoncello,

Detto per soprannome il Campanello.

GIAC.

Con quel suo bel pancione

Si dovrebbe chiamare il Campanone.

CARP.

Questa pancia badial non impedisce

La virtù che mi rende al mondo solo.

Supero il canarino e il rusignuolo.

MAR.

Far piacer di cantare. (a Carpofero)

BAR.

Si vu plè,

Monsieur trippon, chantè. (a Carpofero)

MAD.

Appagate, signor, la nostra brama.

CARP.

Sì, canterò per compiacer Madama. (portano la spinetta ecc.)

 

La rondinella al prato

Volando in libertà,

Colla compagna allato

Contenta se ne va.

Ma quando la compagna

Le invola il cacciatore,

Col suo cantar si lagna

Chiedendogli pietà.

 

MAD.

Bravo...

BAR.

Viva.

MAR.

Tenete. (lo vuol regalare)

CARP.

Voi non mi conoscete.

Non canto per denar, ma per diletto;

Bastami di Madama il dolce affetto.

GIAC.

La mia padrona non disgusta alcuno;

Donerà del suo core un po' per uno.

MAD.

Sì, dice ben Giacinta:

Il capitano inglese,

Il cavalier francese,

E il virtuoso ancora: tutti tre

Ponno la grazia mia sperar da me.

MAR.

(Ho capito che basta). (da sé)

BAR.

(Sono a segno). (da sé)

CARP.

(Questa franchezza sua mi move a sdegno). (da sé)

 

MAD.

È il mio cor di buona pasta,

Può servir per tutti tre...

GIAC.

Troveran, se quel non basta,

Un bel core ancor da me.

MAR.

Ie non volle compania.

BAR.

Vol Madama tutta mia.

CARP.

Per me tutto sia l'amor.

a tre

Tutto intero - più sincero

Di Madama voglio il cor.

MAD.

} a due

Tutto, tutto chi desia,

Sempre sia - fedele ancor.

GIAC.

MAR.

} a due

Altro amante aver Madama.

BAR.

MAD.

Signor no, ve lo prometto.

CARP.

Altro amore avrà nel petto.

MAD.

Non signor, ve l'assicuro.

.

Ancor io per lei lo giuro.

a cinque

Viva ognor la fedeltà.

MAR.

Un Marchese non avete?

BAR.

Un Baron non conoscete?

CARP.

Col fratel come si sta?

MAD.

} a due

Non so niente in verità.

GIAC.

MAR.

Madama garbata,

Vi siete spiegata

Fedele con me. (si scopre)

MAD.

Vi avea conosciuto,

Credetelo a me.

BAR.

Madama, ho capito: (si scopre)

Mi avete chiarito,

Mi basta così.

MAD.

Vi avea ravvisato

Da prima così.

CARP.

Ed io vi ho scoperto; (si scopre)

Madama, son certo

Del vostro buon cor.

MAD.

Seguii la finzione.

MAR.

} a tre

Mai più non vi credo.

L'usanza già vedo:

Conosco l'amor.

BAR.

CARP.

MAD.

} a due

Codesto - è un pretesto.

Voi siete in error.

Placatevi.

GIAC.

a tre

No.

MAD.

Se placarvi ricusate,

Che mi prema non pensate,

Ché di voi non so che far.

GIAC.

L'è così, signori miei,

Qui non mancan cicisbei.

a due

Chi non vuole, vada via,

Che nessun si suol pregar.

TUTTI

Oh che rabbia, oh che dispetto!

Ricordarmela prometto:

Sì, mi voglio vendicar.

MAR.

Madama. L'Inglese

S'inchina di cor.

MAD.

Signor capitano,

Vi mando di cor.

BAR.

Madame et il Françè,

Troes umble serviteur.

MAD.

Monsieur, non me n'importa.

Gli dico ben di cor.

CARP.

Campanellino

Vi fa un inchino.

MAD.

Col canarino

Si parlerà.

MAR.

} a tre

Andiamo fuori

Di questa porta.

BAR.

CARP.

MAD.

} a due

Non ce n'importa,

No, in verità.

GIAC.

a tre

Belle graziose.

a due

Cari sguaiati.

a tre

Povere sciocche!

a due

Poveri pazzi!

TUTTI

Chi troppo vuole,

Niente non ha.

Troppo pretendere

Fa poi discendere.

Con quei che fingono

Così si fa. (partono)


 

 

 


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