Carlo Goldoni
La ritornata di Londra

ATTO TERZO

SCENA SECONDA   La Contessa, il Marchese, poi il Conte

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SCENA SECONDA

 

La Contessa, il Marchese, poi il Conte

 

MAR.

Il Barone è indiscreto,

È volubile amante;

Io son più nell'amar fido e costante.

CONT.

Infatti, a dir il vero,

Non merta un cavaliero, come voi,

Così male impiegar gli affetti suoi.

MAR.

Se la fortuna amica,

Che conoscer mi nobil dama,

Volesse alla mia brama esser seconda...

CONT.

Che volete, signor, che vi risponda?

CON.

Che si fa qui, signora?

E chi è quel forestiere?

MAR.

Io sono un cavaliere

Che il suo cuore ha donato a questa bella.

CON.

Lo sapete, signor, ch'è mia sorella?

MAR.

Vi domando perdono:

Libero il campo, e servitor vi sono.

 

Per donna non voglio

pena, né imbroglio.

Mi piace - la pace,

Vo' libero il cor.

Vi bacio la mano. (alla Contessa)

Vi son servitor. (al Conte)

Fratello gentile,

Sorella graziosa,

Di farvi la sposa

Si vede l'ardor.

Miratela in viso

Che crepa d'amor. (parte)

 

 

 


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