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Lelio: Signora, il signor padre mi manda a vedere, se siete più in collera. Cara signora madre, con chi l'avete?
Beatrice: L'ho con quell'impertinente di Pantalone de' Bisognosi.
Beatrice: È venuto a parlare in favor di Florindo, e mi ha detto delle parole insolenti.
Lelio: Mi dispiace assaissimo.
Beatrice: Andate, figliuolo mio, andate a ritrovare quel vecchio. Ditegli che abbia giudizio; e se persiste, minacciatelo bruscamente.
Lelio: Cara signora madre, mi dispiace ch'io non potrò riscaldarmi troppo con questo signor Pantalone.
Beatrice: Perché?
Lelio: Perché ha una bella figliuola, che mi piace infinitamente.
Beatrice: Non mancano donne. Non v’impacciate con quella gente.
Lelio: Ha una grossa dote, suo padre è ricco, è figlia unica, e sarebbe per me il miglior negozio di questo mondo.
Beatrice: Pantalone mi ha provocata: io, provocata, confesso averlo ingiuriato: non vorrà per genero mio figliuolo.
Lelio: In quanto al signor Pantalone, m’impegno io colle mie parole, colle mie maniere, obbligarlo; e poi, se la figlia mi vuol bene, sono a cavallo.
Beatrice: Con qual fondamento potete dire ch'ella vi voglia bene?
Lelio: Se non ne fossi sicuro, non parlerei.
Lelio: Le ho parlato, ed ella ha parlato a me. Le ho detto, ed ella ha detto a me... etcetera.
Beatrice: Non vorrei che v'ingannaste. Voi, figliuolo mio, facilmente vi lusingate. Non sarebbe la prima volta che vi foste innamorato solo. Colle fanciulle avete poca fortuna, e mi avete posto altre volte malamente in impegno.
Lelio: Voglio raccontarvi tutta l'istoria, e vedrete, signora madre, se ho fondamento di dire quello ch'io dico. Sei giorni sono, passando per la Via Nuova, ho veduto una figurina, che per di dietro mi pareva qualche cosa di buono. Corro per passarle avanti, mi volto indietro, ed ella si copre il viso collo zendale. Dissi subito: questa è una che mi vuol dare la corda. Mi fermo: lascio che vada innanzi, e poi corro, corro, e torno a rivoltarmi, ed ella presto si copre; io allora, accorgendomi d'esser preso di mira, mi fermai, e quando mi fu vicina, gettai un sospiro. Indovinate? Si è messa a ridere. Allora mi sono assicurato, che aveva qualche inclinazione per me. Le sono andato dietro; bel bello dieci o dodici passi lontano, sempre esitando fra il sì ed il no; dicendo: mi vuol bene, o non mi vuol bene? Ma sì! Me ne sono poi assicurato. La serva si è rivoltata due volte a vedere s'io la seguitava; lo ha detto alla padrona, e tutte due ridevano per la consolazione. Io non sapeva chi fosse; finalmente, arrivata a casa, la serva aprì l'uscio. Mi accorsi chi era, accelerai il passo, e giunsi in tempo che mi serrarono l'uscio in faccia. Gran modestia! dissi fra me medesimo. Ma l'amore non si può tenere nascosto. Corse subito alla finestra per riverirmi. La vidi, mi cavai il cappello, ed ella si pose a ridere così forte, che fece ridere ancora me. Si ritirò per allora; ma sette o otto volte il giorno passo di lì. La vedo una o due volte, e quando mi vede, sempre ride, e mi fa de' vezzi, e mi fa de' gesti, e dimena il capo, e guardandomi, parla colla serva, e mi mostra alle sue vicine; in somma è innamorata morta de' fatti miei.
Beatrice: Bel fondamento per dire che è innamorata di voi! io credo più tosto...