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Servitore: Signora, che cos'ha il padrone che piange e si dà dei pugni pel capo?
Beatrice: (Povera me! È disperato, perché io sono in collera seco. È vecchio, la passione lo potrebbe far morire. Non ha fatto ancor testamento... Presto, presto...). (da sé; va per partire)
Lelio: Vi assicuro, signora, che mi vuol bene...
Beatrice: Sì, Sì, pazzo, ne parleremo. (parte)
Servitore: (Dopo che il mio padrone si è rimaritato, ha perso affatto il giudizio). (da sé, parte)
Lelio: Se quel giorno ch'io l'incontrai per la strada, l'avessi conosciuta, la cosa era fatta. Con quattro parole di quelle che so dir io, con un testoncello alla serva, il negozio s'incamminava a dovere. Maledetti i zendali! Sono la mia disperazione: non si sa mai, se una donna sia bella o brutta. Le belle si coprono per modestia, le brutte per vergogna; le giovani per vezzo, e le vecchie per disperazione. (parte)