Carlo Goldoni
La serva amorosa

ATTO TERZO

Scena Diciottesima. Florindo e detti

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Scena Diciottesima. Florindo e detti

 

Florindo: Ah caro padre... (s'inginocchia)

Ottavio: Vieni. Appressati a me, parte delle mie viscere e del mio sangue. Tu sei il mio unico erede. Signor notaio, domani si stipulerà il testamento; e voi, signora moglie bugiarda, signora vedova, che aspetta di piangere quando verranno le visite a condolersi, prima di piangere per la morte di questo vecchiaccio, piangerete la causa del vostro male, e l'effetto dei vostri perfidi inganni.

Beatrice: Datemi la mia dote.

Ottavio: Che dote!

Beatrice: Seimila scudi.

Ottavio: Non è vero. Ho sottoscritta una carta falsa, e la farò revocare.

 


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