Carlo Goldoni
Lo scozzese

ATTO TERZO

SCENA OTTAVA   Lindana, Marianna ed il suddetto

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SCENA OTTAVA

 

Lindana, Marianna ed il suddetto.

 

LIND. (Dimmi: sa egli nulla ch'io sia informata degl'impegni suoi con miledi Alton?) (piano a Marianna)

MARIAN. (A quel che mi pare, io credo non sappia niente).

LIND. (Perfido! verrà con animo di seguitare a tradirmi).

MARIAN. (Se lo dico! la vogliam finir male).

LIND. Milord, a che venite a quest'ora insolita ad onorarmi?

MURR. Spronato dal desiderio di rivedervi... Poiché stamane non ebbi l'onore delle grazie vostre... (Ah! non so ben quel ch'io dica).

LIND. Non veggio nel vostro volto la solita ilarità: mi parete confuso.

MURR. Non sarebbe fuor di proposito la mia confusione, veggendo voi estremamente turbata.

LIND. (Io dubito che da Miledi medesima sia stato avvertito e rimproverato). (piano a Marianna)

MARIAN. (Potrebbe darsi). (a Lindana, piano)

LIND. (Ritirati). (piano a Marianna)

MARIAN. (Permettetemi ch'io vada a dire una cosa alla padrona di casa). (piano a Lindana)

LIND. (Sì, vanne, e ritorna presto). (piano a Marianna)

MARIAN. (Sì, signora). (Nasca quel che sa nascere, io non voglio morir di fame). (parte)

MURR. (Vuol restar sola! che novitade è mai questa?)

LIND. Pare dunque a' vostri occhi, che io sia oltremodo agitata?

MURR. Ah! sì, pur troppo. Sparita è da' vostri lumi quella dolcezza, che empiea di giubbilo chi vi mirava. Non siete quella de' primi giorni in cui brillava la serenità del sembiante, ed è da' vostri labbri sbandito l'amabil riso consolatore.

LIND. Non sono mai stata lieta: ho principiato a piangere assai per tempo, e la mestizia non si è allontanata mai dal mio animo. Pure col lungo uso di tollerare le mie disgrazie, avea imparato qualche volta a dissimulare. e mi vedeste sovente ammettere sulle labbra il riso, mentre il cuor si doleva del suo destino. Sono ora arrivate le mie sventure a tal segno, che più non vaglio a superare me stessa. e la crudeltà e la perfidia mi costringono ad abbandonarmi all'arbitrio della più dolorosa passione.

MURR. Deh! svelatemi la trista fonte del vostro cordoglio. Confidate in chi v'adora.

LIND. Perfido! E avete cuore di dirmi ch'io mi confidi? Voi me lo dite? Voi da cui derivano le mie pene?

MURR. No, Lindana, non mi crediate a della più nera azione del mondo. Compatisco le vostre disavventure. detesto in ciò la memoria del mio genitore medesimo. e intendo di rendervi quella giustizia che meritate, risarcendo io medesimo i vostri danni, e cancellando l'onte del nome vostro e della vostra famiglia.

LIND. (Oh cieli! Qual ragionamento è mai questo?) Che dite voi. signore, del nome mio e della mia famiglia?

MURR. Pur troppo mi è noto con quanta ingiustizia ha il padre mio perseguitata la vostra casa. Piansi l'esilio del vostro buon genitore. e desidero che ancor viva, per procurargli io stesso la libertà, i suoi beni, la compagnia della cara figlia...

LIND. Ah! son tradita. (si getta a traverso del tavolino)

MURR. Deh! se v'intenerisce il nome del padre, vi dia animo e vi conforti un cavaliere che vi ama...

LIND. Milord, son fuor di me stessa. (alzandosi con agitazione)

MURR. Consolatevi, o cara...

LIND. Oh numi! chi vi ha svelato chi sono? (agitata)

MURR. Non vi svelate da voi medesima? I rimproveri vostri non mi accusano di complicità con mio padre? Di qual altra colpa potevate voi accusarmi?

LIND. Ah! voi caricate menzogne sopra menzogne. Io non intendea rimproverarvi che d'avermi celati gl'impegni vostri con miledi Alton, ch'è venuta a insultarmi. No, il mio ragionamento non poteva mai farvi credere ch'io fossi quella che sono, e che a mio dispetto sono costretta ora a svelarmi. Sapeste altronde il mio nome, le mie contingenze. Prevenuto di ciò, o interpretaste i miei detti, o vi adopraste con arte per cogliermi alla sprovvista. Se siete quell'uomo d'onore che vi vantate di essere, confessatemi la verità. Voi siete stato avvertito.

MURR. Sì, vel confesso, sono stato avvertito.

LIND. E da chi?

MURR. Impegnatevi in parola d'onore di perdonare a chi ha inteso farvi del bene, e lo saprete immediatamente.

LIND. Non occorre né ch'io prometta, né che voi più oltre vi affatichiate. So donde viene l'infedeltà: dalla perfida mia cameriera.

MURR. Non la trattatemale: ella vi ama teneramente. Alla fine se ha palesato a me l'esser vostro, lo ha confidato a persona che vi ama, e che vi può rendere tranquilla. Ella non sapeva ch'io fossi il figlio di quello cui giustamente odiate: e se saputo l'avesse, perché avrebbe ella dovuto credere ereditaria nel sangue mio l'inimicizia col vostro? No, Lindana. ma che dich'io Lindana? No, miledi Sterlingh, non temete ch'io nutra nel seno l'antico sdegno delle nostre famiglie. e se l'avessi un concepito, bastano i vostri begli occhi per cancellarlo. Ringraziate il cielo, che ad onta vostra vi ha condotta per una strada, ch'è l'unica forse che vi può render felice. Niuno meglio di me può contribuire alla salvezza di vostro padre, s'è ancora in vita. all'onore della di lui memoria, se fosse estinto. Di più per ora non posso dirvi. Assicuratevi della sincerità del mio animo. siate certa della tenerezza dell'amor mio. fidatevi, o cara, fidatevi di chi vi adora. Gradite le mie attenzioni. e in ricompensa di quell'amore e di quella che vi giuro, chiedovi questo solo: credetemi. e non più.

LIND. Che io vi creda? Ah! come mai posso credere ad uno che mi offerisce un cuore non libero, un cuore che con altra donna è impegnato?

MURR. Ah! sì, v'intendo. Miledi Alton mi perseguita, e vi spaventa. Ma non temete di lei. Promisi, forzato dal violento mio genitore. Sono ora padron di me stesso. Detesto il di lei carattere. Lo sa, gliel'ho detto. ne ho informato la Corte. ne ho prevenuto i parenti. ed ella si fonda invano sopra uno scritto, che sarà forzata di rendermi suo malgrado. Non oserei di offrirvi il cuore, se non fossi certo di potervelo offrire. Deh! serenatevi, credetemi, ed accettatelo con bontà.

LIND. In qualunque stato che il vostro cuor si ritrovi, non isperate ch'io mi determini ad alcuna risoluzione. Rendetemi il padre mio, che mi è stato tolto dal vostro. ed allora ascolterò forse le vostre proposizioni.

MURR. Voglia il cielo che il vostro genitore ancor viva, e ch'io sia in grado di dimostrargli la stima ch'io faccio di lui, e l'amore che m'interessa per voi. Ma in ogni evento vi giuro perpetua fede, pronto a rinunziare alla dolce speranza di successione se voi non siete quella che mi destinano i numi per mia compagnia.

LIND. (Il sagrifizio è grande. ma non basta al cuor d'una figlia).

 

 

 


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