Carlo Goldoni
Lo scozzese

ATTO QUARTO

SCENA QUARTA   Marianna e il suddetto

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SCENA QUARTA

 

Marianna e il suddetto.

 

MARIAN. Signor Fabrizio, di voi appunto veniva in traccia.

FABR. (E di questa povera disgraziata che cosa sarebbe stato?)

MARIAN. La mia padrona si è risolta a prender cibo. Mandatele qualche cosa di buono, qualche galanteria di buon gusto.

FABR. È inutile ch'io gliela mandi. Ella non mangia. e voi per oggi non ne avete bisogno.

MARIAN. Oh, ella non è più tanto afflitta: si ristorerà volentieri.

FABR. (Se lo sapesse, sarebbe più addolorata che mai).

MARIAN. Che dite? Non vi pare ch'io ancora sia più del solito rasserenata?

FABR. Così mi pare.

MARIAN. Ciò viene perché la mia padrona principia anch'ella a rasserenarsi.

FABR. (Prego il cielo che non venga a penetrare la sua disgrazia!)

MARIAN. Mi pare, signor Fabrizio, che siate ora più rattristato di noi.

FABR. Sì, è vero: ho qualche cosa che mi conturba.

MARIAN. Mi dispiace, perché ora vorrei che principiassimo a divertirci un poco.

FABR. Da che procede questo nuovo spirito d'allegrezza?

MARIAN. Oh! procede da qualche cosa che ci fa piacere.

FABR. Consolatemi dunque. Mettetemi a parte di qualche nuova felice.

MARIAN. Io non parlo, signor Fabrizio. Io non sono di quelle serve che palesano i fatti delle padrone.

FABR. Per questa parte vi lodo.

MARIAN. Per altro, s'io non avessi palesato un certo fatto, non ci sarebbe arrivato quel bene che ci è arrivato.

FABR. E partecipando a me qualche cosa, potrebbe darsi che non vi chiamaste scontenta.

MARIAN. Sentite: a parlarvi schietto, ho più volontà io di dirvelo, che voi di saperlo. Ma ho promesso di non parlare.

FABR. Ha ricevuto qualche lettera la vostra padrona?

MARIAN. No, non ha avuto lettere.

FABR. È stato qualcheduno a parlar con lei?

MARIAN. Piuttosto.

FABR. Quando?

MARIAN. Quando per grazia vostra io era a tavola a desinare con voi.

FABR. Si può sapere chi fosse?

MARIAN. Non posso dirlo. Bastivi di sapere per ora, che quanto prima si saprà la mia padrona chi è. e la vedrete forse in un altro stato.

FABR. Ha parlato con persona che la conosce?

MARIAN. Sì, certo. quella persona l'ha conosciuta, e le farà del bene. ed io ho il merito di avere fatto questa scoperta.

FABR. Ah! Marianna, guardatevi che non siate tradite.

MARIAN. Come! perché tradite?

FABR. So io quel che dico. Non vi fidate. Vi sono in aria de' tradimenti.

MARIAN. Eh! quella persona non è capace.

FABR. Non so chi sia la persona di cui parlate. ma posso dirvi di certo che la vostra padrona è in pericolo.

MARIAN. Eh! via. voi lo fate per iscavarmi.

FABR. Io non son uomo da inventare artifizi. e se vi dicessi una cosa, vi farei tremare.

MARIAN. Ditemela, per amor del cielo.

FABR. Se potessi sperare che non lo diceste a Lindana...

MARIAN. Non sapete chi sono? Non vedete con qual gelosia custodisco i segreti?

FABR. Basta. non so che dire. Volea risparmiare a lei ed a voi una novella afflizione. ma veggendo ch'ella si confida in persona che potrebbe tradirla, son forzato a dire quel ch'è accaduto. e se vi pare, fate ch'ella lo sappia, che non mi preme. Poc'anzi è qua venuto un messo della Corte per arrestarla.

MARIAN. Chi?

FABR. La vostra padrona.

MARIAN. E io?

FABR. Può essere ancora voi.

MARIAN. Povera me! possibile che quell'inumano ci abbia tradite? Ah! sì, non può esser altri. Egli solo sa chi è la padrona. Egli solo può aver interesse nella sua rovina. Ha ingannato me. ha ingannato la povera sfortunata.

FABR. E chi è questi? Si può sapere?

MARIAN. Sì, è quel perfido, è quell'ingrato di milord Murrai.

FABR. Ah! che dite mai? Milord non è capace di un tradimento.

MARIAN. Non può esser altri, vi dico. So io quel che parlo. non può esser altri. ed è necessario che la mia padrona lo sappia.

FABR. No, sospendete. Assicuriamoci prima donde venga la indegna azione.

MARIAN. E che? Vogliamo aspettare che vengano a prender lei e me, ed a condurci in prigione?

FABR. Non vi è pericolo. Quel buon uomo del signor Friport è andato ora a farsi mallevadore per lei.

MARIAN. E per me?

FABR. Ci s'intende.

MARIAN. Eh! non so niente io. Dubito che la sicurtà non basti.

FABR. Perché non ha da bastare? Non vi sono delitti. è un semplice sospetto contro di una persona non conosciuta.

MARIAN. Sì, sì, sospetti! Sapete voi che si tratta di un padre bandito e di una famiglia disterminata?

FABR. Come, come? Raccontatemi.

MARIAN. No, no, non voglio che possano dire ch'io dico. Ho parlato una volta. e così non avessi parlato. Voglio avvisar di ciò la padrona. (in atto di partire)

FABR. No. sentite...

MARIAN. Oh! la voglio avvisare sicuramente. (entra in camera)

FABR. Faccia quel che diamine vuole. Mi son finora imbarazzato anche troppo. Ho sentite cose da inorridire. Sarei in caso di licenziarla subito da quest'albergo, ma non mi l'animo. son di buon cuore. Finalmente un albergatore non è risponsabile de' forestieri. Mi spiacerebbe il suo male, e non mi pentirò mai d'averle fatto del bene. Viene Milord... Mi pare impossibile... Eppure potrebbe darsi. Vo' stare in attenzione di quel che accade. (parte)

 

 

 


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