Carlo Goldoni
Lo scozzese

ATTO QUARTO

SCENA SESTA   Lindana e Marianna

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SCENA SESTA

 

Lindana e Marianna

 

MARIAN. Andiamo, signora mia, andiamo fuori di questa casa. Qui non siamo sicure.

LIND. Oh cieli! non so quel che mi faccia. Parlo, e non mi capisco da me medesima. M'incammino, e non so per dove. Sono in pericolo nelle mie stanze: lo accresco, se all'altrui vista mi espongo. Mi abbandona Fabrizio. tu sola mi animi, tu mi consigli, tu incauta, tu sciagurata, che mi hai per imprudenza precipitata!

MARIAN. Ammazzatemi per carità. ma non mi rimproverate d'avvantaggio. Son così afflitta, sono a tal segno mortificata... (piange)

LIND. Ah! chetati, s'è ver che mi ami: compatisci le smanie d'un cor perduto. Non condanno la tua fedeltà. ma la soverchia tua confidenza. E questa ancora è degna di qualche scusa. Ti fidasti di milord Murrai, di cui io medesima mi son fidata. Chi mai avrebbe creduto che l'uomo perfido, menzognero, celasse l'antico sdegno sotto la maschera dell'amore, e mi strappasse dal labbro la sicurezza dell'esser mio, non per altro che per tradirmi? Ah! Murrai, tu assassinarmi? Tu darmi in braccio della Giustizia?

 

 

 


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