Carlo Goldoni
La scuola di ballo

ATTO QUINTO

SCENA TERZA   Rosina, Lucrezia e Carlino

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SCENA TERZA

 

Rosina, Lucrezia e Carlino

 

ROS.

Eh, lasciate parlare.

LUCR.

Non mi fido.

Vo' sentire ancor io quel che ti dice.

CARL.

Un segreto importante io le confido.

LUCR.

Un segreto importante a lei non lice

Confidare così segretamente,

Senza che il sappia la sua genitrice.

ROS.

Se mi volete ben, siate prudente,

Confidate a lei pur cotesto arcano. (a Carlino)

CARL.

Ma lo dirà...

LUCR.

No, non dirò niente.

CARL.

Sappiate che un amico di Milano

Scrive s'io voglio andare in Alemagna,

Al servigio d'un principe sovrano,

'Ve si fa poco, e molto si guadagna;

E d'accordare libertà mi dona,

E di meco condurre una compagna.

Se volete venir, vi fo padrona.

ROS.

Mamma, che dite voi?

LUCR.

No no, figliuola:

Con queste guerre non son sì minchiona.

CARL.

S'ella non vuol venir, venite sola. (a Rosina)

ROS.

Sola dovrei venir?

LUCR.

Sola! Briccone.

CARL.

Di sposarvi, mio ben, vi do parola.

LUCR.

La mia figlia levarmi si propone?

Mi vuol assassinar, brutto cosaccio?

Anderò alla giustizia, mascalzone.

Se il vivere con lei non mi procaccio,

Come poss'io campar, povera grama?

Ci mancava cotesto animalaccio.

ROS.

Se il mio Carlino di sposarmi ha brama,

Non lascerà la madre mia in un canto;

Ne terrà conto, se da ver mi ama.

CARL.

Giovane sono; ma d'aver mi vanto

Sensi onorati, e son di sentimento

Che stiate meco, o di passarvi un tanto.

LUCR.

Delle ciarle d'un uom non mi contento;

Se volete sposar la mia ragazza,

Voglio che mi facciate un istrumento.

So quel che fan quei della vostra razza;

Soffrono per un poco, e dicon poi:

Non crepa mai codesta vecchia pazza?

Voglio per patto, se ho da star con voi,

La signora Lucrezia esser chiamata,

E per tutto venir con ambidoi.

Vo' ogni mattina la mia cioccolata,

E ordinar la cucina a modo mio,

E ber vin puro tutta la giornata.

Voglio tener dei quattrinelli anch'io

Per il tabacco, o per giuocar al lotto,

E per qualch'altro accidental disio.

E se trovo in Germania un giovinotto

Che piaccia a me, ch'io non dispiaccia a lui,

Mi vo' con esso maritar di trotto.

Non mi attristano ancora i giorni bui;

Di qualche grinza maculato ho il volto,

Ma sotto panni son però qual fui.

Finalmente da voi non chiedo molto:

Trovate il sere, distendiam la scritta,

Altrimenti le berte io non ascolto.

CARL.

Formate al memorial la soprascritta

E mandatela al Duca dei corbelli,

Che vi sarà la grazia sottoscritta. (via)

LUCR.

Lo senti il ghiotto? Cotesti son quelli

Che stanno alla veletta cogli aguati,

E guai se non vi fosser chiavistelli!

Dice ti vuol condur dai potentati!

Non gli credere un zero. Linguacciuto!

Principe, imperator degli sguaiati!

Sei la mia figlia ad annasar venuto?

Nasa me, e lo vedrai se un'erba i' sono

Di provocar capace lo starnuto.

Rosina, odi tu ben quel ch'io ragiono;

O discaccia da te quel pipistrello,

O lo farai delle ceffate al suono. (via)

ROS.

Saria stato Carlino il buono e il bello,

Se le avesse accordato i suoi capricci;

Dunque a ragion dal suo voler mi appello.

Strilli, se far mi vede dei pasticci;

Ma se cerco di uscir dal labirinto,

Il filo tra le mani non m'impicci.

 

 

 


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