Figlia,
nel mondo per aver ventura
Non
basta il merto, e la virtù non giova,
Quando
unite non siano arte e natura.
Prima
di tutto un protettor si trova,
Che
faccia autorità, che prenda impegno.
Che
le recite cerchi, e le promova.
E
giunta poi della fortuna al segno,
Se
vi stanca e v'annoia il protettore,
Per
discacciarlo non vi manca ingegno.
Badate
ben non vi corbelli amore:
Serbate
sempre l'animo robusto;
Finezze
a tutti, ed a nessuno il core.
Se
vi viene d'intorno un bellimbusto,
Un
cacastecchi, un misero scannato,
Scacciatelo
da voi col mazzafrusto.
L'universal
tenetevi obbligato,
Mostrando
nel ballar la pantomima,
Or
con questo, or con quello, aver scherzato.
Già
lo sapete, ch'oggi come prima
Non
si attende del ballo al fondamento;
Ma
chi più salta e chi più scherza è in stima.
Cambiano
i ballerini il vestimento;
Ma
fanno sempre quei medesmi salti,
Mascherati
con qualche abbellimento.
Perché
una donna o un ballerin s'esalti,
Basta
che faccia a chi ne può far più,
E
giri intorno, e si rannicchi, e salti.
Per
ordinario tutti i padedù
Han
principio ed han fine a una maniera:
Vanno
i compagni a principiarlo in su,
La
donna fugge, l'uomo si dispera.
L'una
intanto riposa, e l'altro balla,
Poi
corrucciato si dimostra in ciera.
Vola
la donna come una farfalla:
Finge
l'uom non vederla, ella lo chiama,
E
gli batte la man sovra la spalla.
L'uom
si risente, e di far pace ha brama,
Sdegno
affetta la donna per vendetta,
L'orche,
la scimmia, a contrafar si chiama.
Poi
s'inginocchia ed il perdono aspetta.
Lo
alza la bella, e con i piè gli dice:
Vuoi
ballare con me la furlanetta?
Ecco
gente che vien: di più non lice
A
me dirvi per ora. Il quadro è fatto,
Manca
che vi mettiamo la cornice.
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