Carlo Goldoni
La scuola moderna

ATTO SECONDO

SCENA TERZA

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SCENA TERZA

 

Drusilla e Lindoro

 

LIND.

Credetemi, Drusilla,

Che quella mia cugina

Quasi pianger mi fa. Trovai Lesbino,

Parlai per essa, e par che sia pentito

D'aver promesso d'essergli marito.

DRUS.

Ei n'ha ragion: quel vecchio di Belfiore

Vuol maritar la figlia

Senza dargli la dote. Al giorno d'oggi,

Credimi, non è in uso

Le figlie maritar per il bel muso.

Voglion esser quattrini in quantità.

Ricchezza e non beltà si stima adesso.

Un tempo il nostro sesso

Era più rispettato;

Ora sono le donne a bon mercato.

LIND.

Io per altro fo stima

Di voi, non della dote.

DRUS.

Eh scioccarello,

Non diresti così se tu provasti

Meco i giorni infelici:

Son la fame e l'amor due gran nemici.

Buon per noi che il tuo zio

Fa il tuo negozio e il mio.

LIND.

Sì, dite bene;

Credo sia doppia pena

Aver la sposa, e non aver da cena.

DRUS.

Vanne; mandami qua le mie ragazze.

Vuò divertirmi un poco,

Voglio farle cantar.

LIND.

Siete una donna

In tutto saggia e destra,

Ma nell'innamorar siete maestra.

 

Siete furba, siete scaltra,

Ne sapete più d'ogn'altra.

Chi lo sente, chi lo sa,

Bravo, bravo mi dirà. (parte)

 

 

 


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