Carlo Goldoni
L'adulatore

ATTO PRIMO

SCENA SECONDA

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SCENA SECONDA

 

Donna Luigia e detti.

 

LUIG. Signor marito, signor Governatore, per quel ch’io vedo, siamo venuti a Gaeta per farci burlare.

SANC. Perché dite questo?

LUIG. In questa città capitano frequentemente de’ nobili napoletani col tiro a sei, e voi mi fate andare col tiro a quattro.

SANC. Questi che hanno il tiro a sei, sono principi e duchi.

LUIG. Il Governatore deve essere più di loro.

SANC. Io non mi voglio rovinare per complimento.

LUIG. Mandatemi a casa. Qui senza il tiro a sei non ci voglio stare.

SANC. Segretario, dite la vostra opinione.

LUIG. Sì, dite voi, che siete un uomo di garbo.

SIG. Perdonino, di queste cose non me n’intendo. (Tenga forte, dica di no). (piano a don Sancio)

SANC. Orsù, non vi è bisogno d’altri discorsi. Donna Luigia, andiamo. Lasciate che il segretario vada a finire le sue incombenze.

LUIG. Voglio ch’egli risponda per me a questa lettera di premura. ( una lettera aperta al segretario)

SANC. Risponderà poi; lasciatelo andare.

LUIG. La voglio adesso. (alterata)

SANC. Se seguiterete a dire questa parola voglio, a Napoli vi rimanderò con poco vostro piacere. (parte)

 

 


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