Carlo Goldoni
Il signor dottore

ATTO PRIMO

SCENA SETTIMA   Camera in casa della Contessa.   La Contessa Clarice e Don Alberto

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SCENA SETTIMA

 

Camera in casa della Contessa.

 

La Contessa Clarice e Don Alberto

 

ALB.

Lo vedo e lo confesso,

So che indegno son io del vostro amore:

Ardir mi ho fatto e vi ho svelato il cuore.

CONT.

No, non vi credo indegno

D'amor, di stima.

Il grado vostro, è vero,

Pari del mio non è; ma vil non siete,

E il pregio in sen di una bell'alma avete.

ALB.

Ah, con tai sensi almeno

D'inutile pietate,

Le mie speranze lusingar cessate.

Nobile siete nata. Il chiaro sangue

Dell'estinto consorte

Fregio maggiore al sangue vostro aggiunse.

Voi d'illustre contessa

Quivi ostentate il grado;

Io son nel Borgo a vivere costretto

Curial ministro al superior soggetto.

CONT.

Tutto è ver, don Alberto,

Ma libera son io:

Posso voler, posso dispor del mio.

ALB.

Dunque se tal speranza...

CONT.

Ai miei congiunti

Bramo non dispiacer. Fia noto ad essi

Il novello amor mio; d'un uom ben nato,

Benché in povero stato,

Non disapprovi la famiglia il nodo,

E troverem di convenirci il modo.

ALB.

Deh, mi conduca amore

Lo scoglio a superar. Pien di speranza

Parto da voi, signora,

Ma il mio timor non mi abbandona ancora.

 

Veggo in distanza il porto,

Spero posar sul lido,

Ma son dal mare infido

Costretto a paventar.

Se dall'amor fui scorto

Dietro alle amiche stelle,

Gli scogli e le procelle

M'insegni a superar. (parte)

 

 

 


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