Carlo Goldoni
Il signor dottore

ATTO SECONDO

SCENA QUINTA   Bernardino e la suddetta

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SCENA QUINTA

 

Bernardino e la suddetta.

 

BERN.

Tutti voglion Bernardino,

Tutti cercano il dottor.

Chi mi fa un profondo inchino,

Chi mi fa suo protettor.

Io sto zitto e me la godo,

Fin che posso aver il modo

Di spacciarla da signor.

 

ROS.

Ehi, signor Bernardino.

BERN.

Addio, ragazza. (con sprezzatura)

ROS.

Favoritemi, in grazia,

Almen per cortesia.

(Vo colle buone, e poi verrà la mia). (da sé)

BERN.

(Ancor le voglio bene,

Ma sostener conviene

Il grado e la figura,

E la deggio trattar con sprezzatura). (da sé)

ROS.

Della vostra Rosina

Vi ricordate ancor?

BERN.

Me ne ricordo.

Sì, mi sovvien de' giovanili errori.

Ora è tempo di glorie, e non di amori.

ROS.

Non sarà vostra gloria,

giustizia, né onor, né convenienza,

Se voi mi abbandonate.

BERN.

Un dottore non bada a ragazzate.

ROS.

Vi ricordate almeno

Quel che avete promesso?

BERN.

Eh, parliam d'altro.

ROS.

Voi prometteste a me.

BERN.

Sì, prendete una presa di rapè.

ROS.

Voglio che ci parliamo.

BERN.

Presto; che ora abbiamo? (guarda l'orologio)

È il mezzodì passato;

Ci parleremo poi. (in atto di partire)

ROS.

Fermati, ingrato. (Arrestandolo con forza)

Ah, così, traditore,

Tratti la tua Rosina?

Non son la coccolina?

Non son la tua vezzosa?

Il tuo pomin di rosa?

Questi occhi non son quelli

Che ti pareanbelli? e il mio bocchino,

Che ti piaceva un , non è più tale?

Oimè, che mi vien male,

Oimè, non posso più! Ah sventurata. (Mostra svenire)

BERN.

Ehi Rosina, Rosina: oh cieli! è andata.

Sono nel brutto imbroglio.

Rosina, coccolina,

Svegliati, bel pomino:

Apri quei begli occhietti e quel bocchino.

ROS.

Chi mi chiama? (svegliandosi)

BERN.

Son io, sono il tuo caro,

Il tuo bel Bernardino,

Il tuo bel dottorino,

Che ti vuol bene ancora,

Che ti ama e che ti adora,

Che perdon ti domanda ai propri errori.

ROS.

Vanne, è tempo di gloria, e non di amori. (Lo respinge con forza)

BERN.

Hai ragion, lo confesso, ho fatto male:

Son stato un animale,

Tutte le mie pazzie son terminate.

ROS.

Eh, non bada un dottore a ragazzate.

BERN.

Maledetta, direi

Quasi, la mia dottrina.

Cara la mia Rosina,

Nel sentirti parlardolcemente,

Nel mirarti languente,

Mi morir, né so il perché.

ROS.

Si servi di una presa di gingè. (gli offre tabacco)

BERN.

Hai ragione, hai ragione;

Vendica i torti tuoi, merito peggio.

Sentimi.

ROS.

Andar io deggio:

Il mezzodì è passato.

BERN.

Ah no, per carità.

ROS.

Barbaro, ingrato!

 

No che non son più quella,

Cara, vezzosa e bella,

Che ti piaceva un .

Ah, che l'amor sparì.

Ah, che un crudel sei tu.

No, non ti credo più,

Mai più, mai più.

Questi occhi mori

Non son per te;

Grazie ed amori

Non ho per te.

Ah! cosa c'è?

Piangi per me?

Eh galeotto,

Già me n'avvedo.

No, non ti credo,

Sei traditor. (parte)

 

 

 


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