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Bernardino, poi Pasquina e Fabrizio
BERN. |
Oimè, mi viene un caldo Che soffrir non si può. Par che le gambe Non mi reggano più. Gli occhi si abbagliano. Tremo, che paralitico |
PASQ. |
Che c'è? |
FABR. |
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PASQ. |
Qualche mal vi è venuto? |
BERN. |
Sì, mi è venuto male. |
PASQ. |
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FABR. |
Subito, immantinente. Che cosa vi sentite? |
BERN. |
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PASQ. |
Sarà febbre. |
FABR. |
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BERN. |
No, non tastate qui. |
FABR. |
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BERN. |
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FABR. |
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BERN. |
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FABR. |
Di chi? di mia sorella? |
BERN. |
Per appunto di lei; |
PASQ. |
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FABR. |
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BERN. |
Non scherzo, no, mi ha corbellato amore. |
PASQ. |
Oh, questa sì ch'è bella! Non si vergogna dir ch'è innamorato? |
BERN. |
Non rispetta Cupido il dottorato. Fatto ho quanto ho potuto, Colle dolci parole e i dolci sguardi. Oimè, che se ci penso, Più non posso parlar, mi manca il cuore.
Che or or vi casco qua. Mi guarirà. La pozioncina Della Rosina Per il mio male Mi gioverà. Il mio tormento Si cangerà; |