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CECCO: Son qui, signore... (A Leonardo.)
LEONARDO: Accostati. (A Cecco.) Con licenza. (A Ferdinando.)
CECCO: (Il signor Filippo la riverisce, e dice che circa ai cavalli da posta, riposa sopra di lei. La signora Giacinta sta bene; lo sta attendendo, e lo prega sollecitare, perché di notte non ha piacer di viaggiare).
LEONARDO: (E di Guglielmo mi sai dir niente?).
CECCO: (Mi assicurano che questa mattina non si è veduto).
LEONARDO: (Benissimo: son contento). Andrai ad avvisare il fattore della posta, che siano lesti i cavalli per ventun'ora.
VITTORIA: Ma se quell'affare non fosse in ordine?...
LEONARDO: Ci sia, o non ci sia. Venite, o non venite, io vo' partire alle ventun'ora...
FERDINANDO: Ed io per le ventuna sarò qui preparato.
VITTORIA: Vorrei vedere ancor questa...
LEONARDO: Sono in impegno, e per una scioccheria voi non mi farete mancare. Se vi fossero delle buone ragioni, pazienza; ma per uno straccio d'abito non si ha da restare. (A Vittoria, e parte.)