Carlo Goldoni
Le smanie per la villeggiatura

ATTO PRIMO

Scena Decima. Filippo, poi Giacinta e Brigida

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Scena Decima. Filippo, poi Giacinta e Brigida

 

FILIPPO: Or, che ci penso. Non vorrei che mi criticassero, invitando un giovane a venir con noi, avendo una figliuola da maritare. Ma, diacine, è una cosa che in oggi si accostuma da tanti, perché hanno da criticare me solo? Potrebbono anche dire del signor Leonardo, che viene con noi, e di me, che vado con sua sorella, che sono vecchio, è vero, ma non sono poi sì vecchio, che non potessero sospettare. Eh! al giorno d'oggi non vi è malizia. Pare che l'innocenza della campagna si comunichi ai cittadini. Non si usa in villa quel rigore che si pratica nelle città; e poi in casa mia so quanto mi posso compromettere: mia figlia è savia, è bene educata. Eccola, che tu sia benedetta!

GIACINTA: Signor padre, mi favorisca altri sei zecchini.

FILIPPO: E per che fare, figliuola mia?

GIACINTA: Per pagare la sopravveste di seta da portar per viaggio per ripararsi dalla polvere.

FILIPPO: (Poh! non si finisce mai). Ed è necessario, che sia di seta?

GIACINTA: Necessarissimo. Sarebbe una villania portare la polverina di tela; vuol essere di seta, e col capuccietto.

FILIPPO: Ed a che fine il capuccietto?

GIACINTA: Per la notte, per l'aria, per l'umido, per quando è freddo.

FILIPPO: Ma non si usano i cappellini? I cappellini non riparano meglio?

GIACINTA: Oh, i cappellini!

BRIGIDA: Oh, oh, oh, i cappellini!

GIACINTA: Che ne dici, eh, Brigida? I cappellini!

BRIGIDA: Fa morir di ridere il signor padrone. I cappellini!

FILIPPO: Che! ho detto qualche sproposito? Qualche bestialità? A che far tante maraviglie? Non si usavano forse i cappellini?

GIACINTA: Goffaggini, goffaggini.

BRIGIDA: Anticaglie, anticaglie.

FILIPPO: Ma quanto sarà, che non si usano più i cappellini?

GIACINTA: Oh! due anni almeno.

FILIPPO: E in due anni sono venuti anticaglie?

BRIGIDA: Ma non sapete, signore, che quello che si usa un anno, non si usa l'altro?

FILIPPO: Sì, è vero. Ho veduto in pochissimi anni cuffie, cuffiotti, cappellini, cappelloni; ora corrono i cappuccietti; m'aspetto, che l'anno venturo vi mettiate in testa una scarpa.

GIACINTA: Ma voi che vi maravigliate tanto delle donne, ditemi un poco, gli uomini non fanno peggio di noi? Una volta, quando viaggiavano per la campagna, si mettevano il loro buon giubbone di panno, le gambiere di lana, le scarpe grosse: ora portano anch'eglino la polverina, gli scappinetti colle fibbie di brilli, e montano in calesso colle calzoline di seta.

BRIGIDA: E non usano più il bastone.

GIACINTA: Ed usano il palossetto ritorto.

BRIGIDA: E portano l'ombrellino per ripararsi dal sole.

GIACINTA: E poi dicono di noi.

BRIGIDA: Se fanno peggio di noi.

FILIPPO: Io non so niente di tutto questo. So che come s'andava cinquant'anni sono, vado ancora presentemente.

GIACINTA: Questi sono discorsi inutili. Favoritemi sei zecchini.

FILIPPO: Sì, veniamo alla conclusione; lo spendere è sempre stato alla moda.

GIACINTA: Mi pare di essere delle più discrete.

BRIGIDA: Oh! signore, non sapete niente. Date un'occhiata in villa a quel che fanno le altre, e me la saprete poi raccontare.

FILIPPO: Sicché dunque devo ringraziare la mia figliuola, che mi fa la finezza di farmi risparmiare moltissimo.

BRIGIDA: Vi assicuro che una fanciulla più economa non si .

GIACINTA: Mi contento del puro puro bisognevole, e niente più.

FILIPPO: Figliuola mia, sia bisognevole, o non sia bisognevole, sapete ch'io desidero soddisfarvi, e i sei zecchini venite a prenderli nella mia camera, che ci saranno. Ma circa all'economia, studiatela un poco più, perché, se vi maritate, sarà difficile che troviate un marito del carattere di vostro padre.

GIACINTA: A che ora si parte?

FILIPPO: (A proposito). Io penso verso le ventidue.

GIACINTA: Oh! credo che si partirà prima. E chi viene in carrozza con noi?

FILIPPO: Ci verrò io, ci verrà vostra zia, e per quarto un galantuomo, un mio amico che conoscete anche voi.

GIACINTA: Qualche vecchio forse?

FILIPPO: Vi dispiacerebbe che fosse un vecchio?

GIACINTA: Oh! non, signore. Non ci penso, basta che non sia una marmotta. Se è anche vecchio, quando sia di buon umore, son contentissima.

FILIPPO: È un giovane.

BRIGIDA: Tanto meglio.

FILIPPO: Perché tanto meglio?

BRIGIDA: Perché la gioventù naturalmente è più vivace, è più spiritosa. Starete allegri; non dormirete per viaggio.

GIACINTA: E chi è questo signore?

FILIPPO: È il signor Guglielmo.

GIACINTA: Sì, sì, è un giovane di talento.

FILIPPO: Il signor Leonardo, mi figuro, andrà in calesso con sua sorella.

GIACINTA: Probabilmente.

BRIGIDA: Ed io, signore, con chi anderò?

FILIPPO: Tu andrai, come sei solita andare; per mare, in una feluca, colla mia gente e con quella del signor Leonardo.

BRIGIDA: Ma, signore, il mare mi fa sempre male, e l'anno passato ho corso pericolo d'annegarmi, e quest'anno non ci vorrei andare.

FILIPPO: Vuoi, ch'io ti prenda un calesso apposta?

BRIGIDA: Compatitemi, con chi va il cameriere del signor Leonardo?

GIACINTA: Appunto: il suo cameriere lo suol condurre per terra. Povera Brigida, lasciate che ella vada con esso lui.

FILIPPO: Col cameriere?

GIACINTA: Sì, cosa avete paura? Ci siamo noi; e poi sapete che Brigida è una buona fanciulla.

BRIGIDA: In quanto a me, vi protesto, monto in sedia, mi metto a dormire, e non lo guardo in faccia nemmeno

GIACINTA: È giusto ch'io abbia meco la mia cameriera.

BRIGIDA: Tutte le signore la conducono presso di loro.

GIACINTA: Per viaggio mi possono abbisognar cento cose.

BRIGIDA: Almeno son pronta per assistere, per servir la padrona.

GIACINTA: Caro signor padre.

BRIGIDA: Caro signor padrone.

FILIPPO: Non so che dire; non so dir di no, non son capace di dir di no, e non dirò mai di no. (Parte.)


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