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La compatisco in parte, ma in parte la condanno;
Perché per una sposa prendersi tanto affanno?
Esser vuol sola sola? Un uom tutto per lei?
D’un che ne avesse trenta io mi contenterei.
Ma Curcuma infelice! la bella età sen vola,
Né trovo chi mi voglia, né in compagnia, né sola.
Quel disgraziato eunuco mi fa sì gran dispetto!
Mi segue e mi tormenta... eunuco maledetto!
Oh se valer potesse delle malìe la forza,
Vorrei di questo viso mutar l’antica scorza,
E liscie ritornando tuttor le carni mie,
Non offrirei per altre usar le stregarie.
Quest’è l’acciecamento di chi ci ascolta, e crede:
Spera 1’effetto in lui di quel, che in noi non vede.
Ho avuto uno smaniglio col parlar destro, e scaltro,
E certo non diffido d’avere anche quell’altro;
Uno smaniglio solo a Ircana disconviene.
Su queste nere mani starebbero pur bene!
Ma vuo’ veder la sposa; ella ne avra de’ belli!
Oh se potessi averne un paio anche di quelli!
Chi sa? La donna antica, se il bel fiore ha perduto,
Senno acquista col tempo, e fa il pensiere arguto.
Vedrò s’ella ha bisogno punto dell’arti mie,
Di lisci, di profumi, d’inganni, e di malie.
La vita che mi resta (già che ho d’amar finito)
Vuo’ saziar l’ambizione, la gola, e l’appetito.