Carlo Goldoni
La sposa persiana

ATTO TERZO

Scena Sesta. Machmut, e detti

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Scena Sesta. Machmut, e detti

 

MACHMUT Olà, che tenti?

TAMAS Minaccio, e non ferisco.

MACHMUT Chi minacci?

TAMAS Un’indegna.

MACHMUT Sei tu? (a Fatima). (Non lo capisco) (da sé).

FATIMA Son io quell’infelice, che ha la gran colpa in seno

D’aver alla sua bella...

TAMAS Preparato il veleno.

FATIMA Ah mi fulmini il cielo! orrida sepoltura

M’apra quindi la terra, se ciò fia ver.

TAMAS Spergiura!

MACHMUT Fatima, ti allontana.

FATIMA Pietà!

TAMAS Parti.

FATIMA Obbedisco.

Miratemi signore, m’insulta, ed io languisco (a Machmut).

Soglion le spose in Persia, per gelosia di schiave,

Chiedere esse il divorzio, e a me par duro, e grave

Poiché se per destino seco mi sono unita,

Mi han per destino ancora, quegli occhi suoi ferita.

Vendetta non domando, vendetta non procuro;

Veleni non conosco, tocco la fronte, e il giuro.13

Pietà chiedo allo sposo, se invan gli chiedo affetto:

Ecco la sua pietade, m’alza un pugnale al petto.

Morirei pria di dirlo al Muftì,14 o al Divano,15

Lo dico al genitore, che per il figlio è umano.

Bramo la di lui pace, bramo, che mi ami, e viva;

Io morirei più tosto ch’essere di lui priva.

Signor, voi padre siate di me qual dello sposo,

Nuora non abbandoni il suocero amoroso.

Attenderò il decreto, pene, supplicii, e morte;

Tutto, fuor che staccarmi dal mio crudel consorte (parte).

 





p. -
13 Maniera che usasi colà di confermare i detti col giuramento



14 Il capo della falsa religione maomettana



15 Divan Beghl, supremo giudice criminale



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