Carlo Goldoni
La sposa persiana

ATTO TERZO

Scena Undicesima. Ircana tenuta legata da due eunuchi, e detti

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Scena Undicesima. Ircana tenuta legata da due eunuchi, e detti

 

IRCANA Ah signor, perché in lacci? Misera! in che peccai?

Che da me si pretende?

MACHMUT Chetati, e lo saprai.

IRCANA Fammi coprire almeno dinnanzi a uno straniero.

MACHMUT (Mirala qual ti sembra?) (ad Osmano).

OSMANO (Ha il portamento altero) (a Machmut).

MACHMUT Piaceti?

OSMANO Non mi spiace.

MACHMUT Se la vuoi contrattiamo.

OSMANO Sotto il manto le mani (pongono le mani sotto le vesti).

MACHMUT Prestamente accordiamo.

IRCANA (Ah che il crudel mi vende! In tal modo fu fatto

Già da Machmut istesso col padre mio il contratto) (da sé).

Misera me! lasciate, perfidi, un’infelice (tenta liberarsi dalle catene).

Tamas più non m’ascolta, sperar più non mi lice.

MACHMUT Basta cosi, son pago.

OSMANO Avrai tosto il contante;

Avrai zecchini cento, del nuovo giorno innante.

IRCANA Ah per pietà, signore, a qual destin funesto?... (a Machmut).

MACHMUT Schiava mia più non sei, il tuo signore è questo (parte).

OSMANO Seguimi (ad Ircana).

IRCANA Ah pria di trarmi lungi da questo tetto,

Pensate, che di Tamas son io l’unico affetto.

OSMANO E tu pensa, ch’io sono padre della sua sposa;

Ti tratterò qual merti, femina orgogliosa (parte).

IRCANA Ahimé? che intesi mai? Ahimé, l’amor, la vita...

Tamas, Tamas, mio bene, io parto; io son tradita (parte cogli eunuchi).

 


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