POL.
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Chi è questo signor Duca? (mescolando il brodo)
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PET.
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È il duca di Belfiore,
Un cavalier gentile che ha un bellissimo cuore,
Che ha per me della stima.
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POL.
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Vuole il brodo, signora? (mezzo arrabbiato)
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PET.
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Non vedete che fuma? mescolatelo ancora.
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POL.
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Bene, come comanda. (seguita a mescolare)
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DUCA
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Signora, a voi m'inchino.
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PET.
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Serva.
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POL.
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Servo divoto.
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PET.
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Da sedere al Duchino.
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POL.
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Chi è di là? (chiamando)
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PET.
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Maladetti! non sanno i dover suoi.
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POL.
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Servitori, una sedia. (chiamando)
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PET.
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Portategliela voi. (a don Policarpio)
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DUCA
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No, farò io...
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PET.
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Fermatevi; (al Duca)
favorite, signore. (leva la tazza di mano a don Policarpio)
Mi farà la finezza il duca di Belfiore. (presenta il
tondo colla tazza ed il cucchiaro al Duca)
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POL.
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Perché a lui quest'incomodo? (a donna Petronilla)
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DUCA
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Servirla è mio dovere. (mescolando il brodo)
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POL.
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Ehi, Moschino. (chiamando)
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MOS.
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Comandi.
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POL.
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Portagli da sedere. (Moschino
dà da sedere al Duca, e parte)
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DUCA
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Par che sia raffreddato.
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POL.
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Anch'io lo crederei. (vuol
prendere la tazza)
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PET.
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Mi favorisce il Duca. (a don Policarpio)
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POL.
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Quello che piace a lei. (siede)
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PET.
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Ora non si può bere, ch'è troppo raffreddato.
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POL.
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Ma! vuol tutto a suo modo.
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PET.
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Oh, mi avete seccato.
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POL.
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Non parlo più.
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PET.
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Chiamate. (a don Policarpio)
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POL.
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Vuol forse riscaldarlo?
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PET.
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E se io lo volessi?
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POL.
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Comandi pur, non parlo.
Ehi! (chiamando)
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PET.
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Nessuno risponde; di già ne sono avvezza.
Caro signor consorte, mi faccia una finezza:
Vada con questa tazza ad ordinare al cuoco
Che dentro a un pentolino me lo riscaldi un poco.
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POL.
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Qualcheduno verrà.
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PET.
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Se ella non fa il piacere,
Pria di due ore almeno non lo potremo avere.
Sdegna di favorirmi?
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POL.
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Subito me ne vo.
Ma quando anch'io la prego, non mi dica di no. (parte)
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