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BAR. |
Eccomi. Chi mi vuole? |
PET. |
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BAR. |
Si burlano di me? |
PET. |
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BAR. |
Mi burlano, signori? ci ho gusto in verità. Di già me lo figuro, perché mi avran chiamato: (con allegria) Colla signora madre alcun sarà sdegnato. Dovrei per un di loro servir di comodino. Ecco quanto poss'io sperar dal mio destino. Son qui, non me ne offendo. Ci sto placidamente. |
PET. |
Si può sentir di peggio? Figliuola, in verità, Voi le studiate apposta queste bestialità. Signori, compatitela; non sa più di così. |
BAR. |
Dirò delle sciocchezze, e lascierò burlarmi. Di già, voi lo sapete, non penso a maritarmi. E se non mi marito, intisichir dovrò? |
PET. |
È un po' troppo il coraggio. |
BAR. |
Per me così l'intendo. |
PET. |
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Io faccio il mio dovere. |
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PET. |
Dunque per uno sdegno, per una idea sì pazza, |
BAR. |
Eh no, signora mia. Non lo fan per disprezzo, lo fan per allegria. Se una vera finezza sperar non mi conviene, Lasciatemi godere questo poco di bene. |
PET. |
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BAR. |
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E pur lo meritate. |
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Eppure ad ogni patto |
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BAR. |
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PET. |
(Ora con queste smorfie mi sdegnerei sul sodo. Sono un poco annoiata). Ehi, non è caldo il brodo? (verso la scena) |