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SCENA PRIMA
MOS. |
Le solite ambasciate a far per la signora. Senti, se non è pazza. Mi manda ad invitare Il Conte, il Cavaliere e il Duca a desinare, |
Certo che la padrona ha un bel temperamento, |
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MOS. |
Credo lo faccia apposta per farmi sgambettare. |
Anch'io, per dir il vero... Moschin, prendi tabacco? (offerendogli tabacco colla scattola d'argento ch'ebbe da donna Barbara) |
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MOS. |
Qualche poco, Mariano. Lasciami un po' vedere. Io non ne ho più veduto di queste tabacchiere. È d'argento? |
MOS. |
È bella molto. |
Sei stolto? Ne valerà ben sei. |
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MOS. |
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MOS. |
Da chi? |
Non posso dirlo. |
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MOS. |
Io teco mi confido tu ti confidi in me. |
Questa volta non posso. |
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MOS. |
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Che vuol dir? |
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MOS. |
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Moschin, ti compatisco, perché siam buoni amici. Non ardirebbe un altro di dir quel che tu dici. Sai ch'io son galantuomo. |
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MOS. |
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Se dirtelo potessi, avrei tutto il contento; Ma non posso. |
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MOS. |
Perché? |
Perché vi è il giuramento. |
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MOS. |
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Io non giurai tacere del donatore il nome Ma la cagion del dono, le circostanze e il come. |
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MOS. |
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Che ci pensi un pochino: non so ben, se in rigore |
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MOS. |
Ed io, se non lo sveli, |
Ma mi faresti dire delle bestialità. Sono un uomo d'onore, e tutto il mondo il sa. E il dato giuramento serbando fedelmente, Quello che posso dire, dirò liberamente. Ho avuto questa scattola, perché in un matrimonio |
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MOS. |
Ora ti compatisco. Queste son quelle cose, Che anche ai più cari amici deonsi tenere ascose. Ho piacer della scattola. E il tabacco? È stupendo. Ne piglio un'altra presa, e poscia te la rendo. (prende tabacco osservando bene la scattola) Oh cospetto di bacco! Marian, non ti stupire, Se tutto il gran segreto son venuto a scoprire. La scattola conosco, ho capito ogni cosa. Dunque la padroncina segretamente è sposa? |
Come! non so nïente; e prima di parlare, Pria di mancar di fede, mi farei scorticare. Dammi la tabacchiera. Ora mi scalderei. Non ve ne son di simili? Non l'ho avuta da lei. |
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MOS. |
Non ti scaldar, Mariano. Tu sei un uom dabbene; Ma a caso qualche volta nascon di queste scene. Anche Lisetta istessa, che come te ha giurato, Senza voler parlare, l'arcano ha palesato. E combinando insieme quel che da entrambi ho udito, Donna Barbara è moglie, e il Conte è suo marito. Ma sono un galantuomo, non dubitar di me: |
MOS. |
Giurerei, ma se giuro, non mi vorrei pentire. Anch'io son come gli altri, ho degli amici anch'io, Potria qualche cosetta scappar dal labbro mio. Noi altri servitori abbiam questo difetto, Facciamo a non parlare un sforzo maladetto. |