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Lisetta poi don Policarpio.
LIS. |
Non son quella ch'io sono, se a lui la tabacchiera Non faccio dalle mani sparire innanzi sera. |
LIS. |
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Il cielo le conservi e la vista e l'udito, Come la mia signora sta bene d'appetito. Fra un'ora o un'ora e mezza andremo a desinare; Ha preso il cioccolato, e adesso vuol mangiare? |
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LIS. |
S'ella la lascia fare, caro signor padrone, Se troppo si nutrisce, non avrà successione. |
Succession? Sì davvero, si vederan portenti, Se una scala divide i nostri appartamenti. |
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LIS. |
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Non posso andare in camera senza sua permissione. Se dorme, vuol dormire, e quando ch'ella è desta, O che le viene il granfio, o che le duol la testa. Non vuole ch'io le parli, non vuole ch'io la tocchi, E se me ne lamento, tosto mi salta agli occhi. Lo conosco benissimo ch'è senza convenienza, Ma per non strepitare lo soffro con pazienza. |
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LIS. |
E contentarla in tutto il procurar non vale. |