Carlo Goldoni
La sposa sagace

ATTO TERZO

SCENA TERZA   Donna Barbara, poi Mariano

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SCENA TERZA

 

Donna Barbara, poi Mariano.

 

BAR.

Sono in un grande imbroglio. Che gran giornata è questa!

Voglia il ciel che mi riesca quel che mi viene in testa.

MAR.

Che comanda, signora?

BAR.

Dov'è la tabacchiera

Che ti donai stanotte?

MAR.

Lisetta è una ciarliera.

Non le credete nulla.

BAR.

Qui non c'entra Lisetta;

Voglio la tabacchiera, e spicciati, che ho fretta.

MAR.

In tasca io non ce l'ho. Signora, in verità,

L'ho chiusa, l'ho nascosta, nessun non la vedrà.

BAR.

Portala immantinente.

MAR.

Signora mia, perché

Vuol levarmi una cosa che ha regalato a me?

Forse non me la merito a far quello che ho fatto?

BAR.

Non replicar, Mariano, la voglio ad ogni patto.

Dammela colle buone; se non dal padre mio

Ti farò discacciare. Posso qualcosa anch'io.

MAR.

Eh cospetto di bacco! non me n'importa un fico.

Ecco la tabacchiera. So io quello che dico.

BAR.

Teco in altra maniera farò quel che conviene.

MAR.

Ha ragione, signora, ch'io sono un uom dabbene.

Per altro questo è il modo di mettermi in cimento,

Di trar dietro alle spalle la fede e il giuramento.

Ma se mai per Lisetta... ( la tabacchiera a donna Barbara)

BAR.

Vattene via, vien gente.

MAR.

Se mi fa questo torto...

BAR.

Vattene, impertinente.

MAR.

Pazienza, quest'è il premio che a ben servir si aspetta.

Ma so donde proviene; maladetta Lisetta. (parte)

 

 

 


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