Carlo Goldoni
La sposa sagace

ATTO TERZO

SCENA DECIMA   Don  Policarpio e Moschino

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SCENA DECIMA

 

Don  Policarpio e Moschino.

 

POL.

A scacciarli di casa convien ch'io mi riduca.

Dimmi, è quella la scattola che gli ha donato il Duca? (a Moschino)

MOS.

Il Duca? Non signore. Del Duca io non so nulla.

Che cosa ha il signor Duca da far colla fanciulla?

POL.

Non è egli ch'è stato?

MOS.

Stanotte? Signor no.

POL.

Stanotte?

MOS.

Nol sapete?

POL.

Povero me! nol so.

Narrami cosa è stato, narrami chi è venuto.

MOS.

Senza di me, signore, non l'avete saputo?

POL.

Io mi credea... ma sento... se non è stato quello,

Dunque chi sarà stato?...

MOS.

Né anche un po' di cappello. (guarda il suo cappello con disprezzo)

POL.

Che dici?

MOS.

Il mio cappello è vecchio e logorato,

E son senza quattrini.

POL.

E il zecchin?

MOS.

L'ho mangiato.

POL.

Guidon, prendine un altro.

MOS.

(Buona testa vi vuole). (da sé)

POL.

Narrami quel che sai.

MOS.

Ecco in poche parole.

Il conte d'Altomare nella notte passata

Venne da donna Barbara...

POL.

Cosa fu?

MOS.

L'ha sposata.

POL.

Sposar la mia figliuola? Di notte in casa mia?

MOS.

Ecco qui la padrona. (in atto di partire)

POL.

Dove vai?

MOS.

Vado via. (parte)

 

 

 


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