Carlo Goldoni
La donna stravagante

ATTO PRIMO

SCENA SESTA

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SCENA SESTA

 

Don Riccardo, don Rinaldo e la suddetta.

 

RIC.

Donna Livia dov'è?

ROSA

Or si è da me staccata.

RIN.

Forse perch'io qua venni?

ROSA

Meco partissi irata;

RIC.

Per qual ragion?

ROSA

Ragione io non le diedi alcuna,

Ma so con mia germana d'aver poca fortuna.

RIN.

Da lei, chi la conosce, suole ottener tai frutti.

RIC.

(La confidenza fattami non sia comune a tutti). (piano a don Rinaldo9

RIC.

(La confidenza fattami non sia comune a tutti). (piano a don Rinaldo)

 

 

 

ROSA

Signore, ai cenni vostri erami qui portata.

 

 

 

RIC.

Si parlerà, nipote, beviam la cioccolata.

Esservi donna Livia dovea; ma ciò non preme.

 

 

 

ROSA

Io partirò frattanto.

 

 

 

RIC.

No, la berrete insieme. (siedono e si porta la cioccolata per tutti tre)

 

 

 

RIN.

(Oh fosse donna Livia, qual donna Rosa, umana!) (da sé)

 

 

 

ROSA

(Non fosse don Rinaldo qual è per mia germana!) (da sé)

 

 

 

RIC.

(Veggo, o di veder parmi, tenere occhiate alterne:

Non vorrei mi vendessero lucciole per lanterne). (da sé)

RIC.

(Veggo, o di veder parmi, tenere occhiate alterne.

Non vorrei mi vendessero lucciole per lanterne). (da sé)

 

 

 

RIN.

(E pur forzato sono amarla a mio dispetto). (da sé)

 

 

 

ROSA

(Non ci pensiam nemmeno). (da sé)

 

 

 

RIC.

(M'entran de' dubbi in petto). (da sé)

Nipote, avvi la suora svelato un mio pensiero?

 

 

 

ROSA

Disse, ma il vero intendere dal labbro suo non spero.

 

 

 

RIC.

Si parlerà. (Conviene scernere il ver con arte). (da sé)

 

 

 

 

 

 


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