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Così mi parla in faccia labbro orgoglioso e baldo? Ah, fosser noti almeno miei torti a don Rinaldo! Ma non li cura ingrato. Sì, ancor vo' lusingarmi, Ch'ei torni a rivedermi, ch'ei vaglia a vendicarmi. Calmisi il mio furore, soffra l'usato orgoglio; A lui, che alfin m'adora, giunga un tenero foglio Lo formerò; ma in prima sappia lo zio indiscreto. Che all'onta ch'io ricevo, protesto e non mi accheto. Seguimi; non lasciarmi. Ho di te d'uopo; o numi! (a Cecchino) Come la sorte a un tratto cambiar fa di costumi! |
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CEC. |
Oh, se vedessi questa, vorrei pur rider tanto! Sarebbe un bell'esempio delle superbe al vanto. È ver che donna Livia ha indocile talento, Ma un cuor ch'è stravagante, si cambia in un momento. (parte) |