Carlo Goldoni
La donna stravagante

ATTO QUARTO

SCENA QUARTA

Precedente

Successivo

Link alle concordanze:  Normali In evidenza

I link alle concordanze si evidenziano comunque al passaggio

SCENA QUARTA

 

Donna Rosa e la suddetta.

 

ROSA

Oh incontro inopportuno! (da sé, arrestandosi)

LIV.

Venga, signora sposa.

Non lasci che i suoi titoli la rendano orgogliosa:

È principe, è marchese, è duca, è coronato

Lo sposo, che al suo merito le stelle han destinato?

LIV.

Venga, signora sposa.

Non lasci che i suoi titoli la rendano orgogliosa.

È principe, è marchese, è duca, è coronato

Lo sposo, che al suo merito le stelle han destinato?

 

 

 

ROSA

Sospendere potete lo scherno, amabil suora;

Comandano le stelle ch'io non lo sappia ancora.

 

 

 

LIV.

Non si formò il contratto tra i fortunati eroi?

 

 

 

ROSA

Rinunzio a tal fortuna, e ve la cedo a voi.

 

 

 

LIV.

Grazie dell'onor massimo che degnasi di farmi.

Dovrei di un sì bel dono sommessa approfittarmi;

Ma quel che dai begli occhi fu tocco e affascinato,

Me sdegnerebbe in cambio sposa mirarsi allato.

 

 

 

ROSA

Il cavalier propostomi è tal, ve lo protesto,

Che cambierebbe in meglio con sì felice innesto.

 

 

 

LIV.

Non vi capisco.

 

 

 

ROSA

Udite. Al cavalier sublime

Congiunte son di sangue le illustri case, e prime;

E ha tai dovizie e onori, a ha nome tal nel mondo,

Che a pochi in patria nobile può renderlo secondo.

Altra di me più saggia ne daria grazie al nume;

A me spiace il suo volto, dispiace il suo costume.

O pur dirò che il fato in me difetti ad una,

Che degna non mi rendono di simile fortuna.

Chi sa che destinata per voi non sia tal sorte?

Miratelo, germana, escir da quelle porte.

Al zio che l'accompagna, spiegatevi: chi sa?

Par che per voi sia nato. Vel lascio in verità. (parte)

ROSA

Udite. Al cavalier sublime

Congiunte son di sangue le illustri case, e prime;

E ha tai dovizie e onori, a ha nome tal nel mondo,

Che a pochi in patria nobile può renderlo secondo.

Altra di me più saggia ne daria grazie al nume;

A me spiace il suo volto, dispiace il suo costume.

O pur dirò che il fato in me difetti ad una,

Che degna non mi rendono di simile fortuna.

Chi sa che destinata per voi non sia tal sorte?

Miratelo, germana, escir da quelle porte.

Al zio che l'accompagna, . chi sa?

Par che per voi sia nato. Vel lascio in verità. (parte)

 

 

 

 

 

 


Precedente

Successivo

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (VA1) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2009. Content in this page is licensed under a Creative Commons License