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Donna Livia sulla loggia, ed i suddetti in strada.
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Lessi il tenero foglio, sommesso e lusinghiero. |
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Facile è assicurarsi, se ancor de' torti miei |
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Come? |
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Sentiam da lei, |
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Vi capisco. |
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Vi prego. |
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Rispondovi. non voglio. |
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Perché il mio cuor non soffre la vostra debolezza. Vano il fidar, voi stesso diceste, in sue parole. È il suo pensar più instabile, più mobile del sole; Sdegno ed amor succedono a donna Livia in seno, Come nel ciel si cangiano le nuvole e il sereno; E il raggio di speranza, che vi abbagliò in quel foglio, Può esser divenuto, da che lo scrisse, orgoglio. Avventurar io sdegno l'onor mio, l'onor vostro. Rammentatevi, amico, qual fu l'impegno nostro. |
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Il lusingarsi è vano. Già delle due nipoti tengo la sorte in mano. Ecco due fogli, in cui d'entrambe ho stabilito. La strana abbia il ritiro, la docile il marito. Testé per donna Rosa segnai colla mia mano Le nozze fortunate di un principe romano. Ella nol sa per anche, ma lo saprà, e son certo Che lieta potrà farla un giovane di merto, Ricco, nobile, dotto, che l'ha veduta e l'ama, E palesar mi fece da un cavalier sua brama. Questa, che ha cuor gentile, avrà lo sposo allato, L'altra diman fia chiusa. lo dico, ed ho fissato. Compatitemi, amico, se strano a voi mi rendo; Col mio rigor giustissimo vi giovo, e non vi offendo. V'inganna, vi seduce amor protervo e rio. Ritornate in voi stesso, non vi pentite. Addio. (s'avvia verso la porta del suo palazzo, per la qual entra) |
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