Carlo Goldoni
La donna stravagante

ATTO QUINTO

SCENA QUATTORDICESIMA

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SCENA QUATTORDICESIMA

 

Strada come sopra, colla casa e loggia solita.

 

Don Properzio  e don Medoro escono dalla porta.

 

PRO.

Bel trattamento invero, che a noi fu praticato!

MED.

Ci hanno lasciati soli; ci ha ciaschedun piantato.

PRO.

Donna Livia promise di ritornar, ma invano.

MED.

Don Riccardo con noi potea parlar più strano?

PRO.

Non soffre volentieri, che sieno visitate

Le due nipoti in casa. Vuol che stian ritirate.

MED.

Per me più non le vado a visitar, lo giuro.

PRO.

Né il tempo mio vo' perderemal, ve l'assicuro.

MED.

Ora poi, che si dice che donna Livia andrà

Sollecita in ritiro.

PRO.

Che sia la verità?

Parmi ancora impossibile, ch'ella lo soffra in pace.

MED.

Una, qual lei fantastica, d'un'altra è più capace.

PRO.

Senza far all'amore star non saprebbe un'ora,

E quando vede un uomo, cogli occhi lo divora.

MED.

Le nozze della suora saran di ciò cagione.

PRO.

Dunque la sua dovrebbesi chiamar disperazione.

MED.

Vedete don Rinaldo col paggio a questa volta.

PRO.

Che sì, che se le parla l'amico, la rivolta?

MED.

Veggiam s'egli entri in casa.

PRO.

Restiamo inosservati.

MED.

Dietro di quella casa coperti e rimpiattati. (si ritirano)

 

 

 


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