Carlo Goldoni
La donna stravagante

ATTO QUINTO

SCENA QUINDICESIMA

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SCENA QUINDICESIMA

 

Don Rinaldo e Cecchino.

 

CEC.

La sorte veramente mi ha reso fortunato,

Facendo che sì presto io vi abbia ritrovato.

RIN.

Sai da me che richieda?

CEC.

Nol so, ma l'ho veduta,

Credetelo, signore, sì languida e svenuta,

E tai cose m'ha detto, e tai sospiri ha tratto,

Che stupido rimasi, e lagrimar mi ha fatto.

RIN.

Cieli, che sarà mai? potessi alle sue pene

Recar qualche conforto.

CEC.

Eccola, che sen viene.

RIN.

Dov'è?

CEC.

Vien sulla loggia.

RIN.

Potessi almen d'appresso...

Ma la parola ho data; entrar non mi è permesso.

 

 

 


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