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Donna Livia sulla loggia, e detti.
(Eccolo. Ah, nel vederlo sento nell'alma un foco...) (da sé) |
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RIN. |
Eccomi a' cenni vostri. |
Accostatevi un poco. |
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RIN. |
Vuole il destin ch'io soffra vedervi in lontananza. (accostandosi) |
(Oimè! sento nel cuore smarrir la mia costanza. Ma coraggio vi vuole). (da sé) |
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RIN. |
Nuove costanti prove, dall'amor mio le avrete. Se reo nel vostro cuore per mia sventura io sono. Son pronto nuovamente a chiedervi perdono. Né arrossirò di farlo, se altrove non vi aggrada, |
RIN. |
Non rispondete? oh numi! son vani i sospir miei? |
Troppo è quel che dir deggio. Troppo parlar dovrei. Restringere non valgo quel che mi cale, in poco; E al desir mio si oppone la convenienza, il loco. |
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RIN. |
Quel che si può, si dica. |
Oh rigor inumano, che al desir mio contrasta! Vo' che mi senta il zio, che a un cavalier si oppone; Vedrà quel che sa fare la mia disperazione. (entra) |