CEC.
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Signor, se non venite, la dama è mezza morta,
Scese le scale in fretta, s'avvia verso la porta.
Giura, quando da lei l'amante suo non vada,
Venir pubblicamente a far la scena in strada.
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RIN.
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Dille che del decoro più dell'amor le caglia:
L'onor, la convenienza, alla passion prevaglia.
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RIN.
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Dille che del decoro più dell'amor le caglia.
L'onor, la convenienza, alla passion prevaglia.
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CEC.
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È inutile ch'io parli, anzi sarebbe questo
Un stimolo per farla risolvere più presto.
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RIN.
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Stelle, che far degg'io?
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CEC.
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Vi domando perdono;
È ver che son ragazzo, che giovane ancor sono,
Ma pure ardisco prendermi, signore, un ardimento
Dandovi in caso tale un mio suggerimento.
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RIN.
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Parla, amato Cecchino: ah, se possibil fia,
L'onor non si cimenti della parola mia.
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RIN.
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Parla, amato Cecchino. ah, se possibil fia,
L'onor non si cimenti della parola mia.
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CEC.
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Al palazzo contigua la casa è di un staffiere,
Che quando è regalato, disposto è a far piacere.
Comunica di dentro per il cortil l'entrata:
Colà, per dirvi tutto, la dama è ritirata.
Parmi che là si possa salvar ogni riguardo.
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CEC.
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Al palazzo contigua la casa è di un staffiere,
Che quando è regalato, disposto è a far piacere.
Comunica di dentro per il cortil l'entrata.
Colà, per dirvi tutto, la dama è ritirata.
Parmi che là si possa salvar ogni riguardo.
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RIN.
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È ver, di mia parola non manco a don Riccardo:
Soccorrisi la dama che d'uopo ha di consiglio.
Mostrami tu la via.
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RIN.
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È ver, di mia parola non manco a don Riccardo.
Soccorrisi la dama che d'uopo ha di consiglio.
Mostrami tu la via.
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CEC.
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Venga con me.
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RIN.
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Sì, figlio. (entrano per
una porta contigua al palazzo)
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PRO.
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Son curioso d'intendere... entriam per altra parte.
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MED.
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Sì, se sarem veduti, ci sottrarrem con arte. (entrano
per la porta solita del palazzo)
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