Carlo Goldoni
La donna stravagante

ATTO QUINTO

SCENA VENTESIMA

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SCENA VENTESIMA

 

Don Riccardo  di casa, e li suddetti.

 

RIC.

Olà, qui la nipote? Signor, tale ardimento?

Tentar nobil fanciulla? Pria che di peggio accada,

Delle parole invece, rispondami la spada. (impugna la spada)

RIN.

Son cavalier, signore... (mette la mano sulla spada)

LIV.

Fermate, (a don Rinaldo) il torto vostro

Di riparar qual devesi, sarà l'impegno nostro.

Cessino i fieri sdegni, e sia con minor caldo

La spada che rispondevi, la man di don Rinaldo.

RIC.

Il ritiro è codesto?

RIN.

Signor, questa è mia sposa.

LIV.

E l'imeneo precedere vedrassi a donna Rosa.

RIN.

Deh signor, compatite, se amor mi rese ardito.

RIC.

Farà amor le mie parti nel rendervi punito.

LIV.

Signor, qui esposti siamo di bassa gente al guardo.

RIC.

Per donna di consiglio il pensamento è tardo.

Pria che da me non sciolgavi il titolo di sposi,

Rientrar donna fantastica nel tetto mio non osi.

LIV.

Ecco la man.

RIN.

Son pronto.

RIC.

Sia solenne il contratto.

 

 

 


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