Carlo Goldoni
La donna stravagante

ATTO QUINTO

SCENA ULTIMA

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SCENA ULTIMA

 

Don Properzio, don Medoro  e detti.

 

PRO.

Ecco due testimoni.

MED.

Il matrimonio è fatto.

PRO.

Or sarà più contenta ancor vostra germana. (a Livia)

RIC.

Oh nozze capricciose, degne di donna strana!

LIV.

Conosco i miei deliri, fui Donna stravagante.

Nuovo non è il mio titolo, voi lo sapeste innante.

Perdonimi lo zio, mi torni il primo affetto;

La suora compatiscami; mi soffra il mio diletto.

Rendemi la vergogna della ragione il lume:

Cambiar prometto il cuore, cambiare il mio costume.

E in quella vita umile, che aveami destinata,

Vivere collo sposo prometto accompagnata.

Non so se donna simile al mondo ora si dia:

Quando ci sia, si specchi, corregga la follia.

E se perdon dal popolo non merita il ritratto,

Si applauda all'intenzione almen di chi l'ha fatto.

LIV.

Conosco i miei deliri, fui Donna stravagante.

Nuovo non è il mio titolo, voi lo sapeste innante.

Perdonimi lo zio, mi torni il primo affetto;

La suora compatiscami; mi soffra il mio diletto.

Rendemi la vergogna della ragione il lume.

Cambiar prometto il cuore, cambiare il mio costume.

E in quella vita umile, che aveami destinata,

Vivere collo sposo prometto accompagnata.

Non so se donna simile al mondo ora si dia.

Quando ci sia, si specchi, corregga la follia.

E se perdon dal popolo non merita il ritratto,

Si applauda all'intenzione almen di chi l'ha fatto.

 

 

 

 

Fine della Commedia.

 


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